Controlli fiscali: le auto che fanno scattare l’accertamento

Teresa Maddonni - Claudia Cervi

08/09/2022

Controlli fiscali sui beneficiari del Reddito di cittadinanza: Agenzia delle Entrate e Inps non danno scampo a chi possiede auto sospette. Ecco le auto che fanno scattare l’accertamento e perché.

Controlli fiscali: le auto che fanno scattare l’accertamento

In materia di controlli fiscali alcune auto potrebbero far scattare l’accertamento su chi le possiede.

Auto di lusso di grossa cilindrata, auto d’epoca o quelle storiche potrebbero indurre l’Agenzia delle Entrate e l’Inps a fare dei controlli fiscali qualora il possesso delle auto dovesse risultare non conforme a quanto dichiarato dal contribuente.

Questo vale non solo per le auto di lusso, soggette a superbollo, ma anche per le auto apparentemente “innocue” che potrebbero tuttavia insospettire il fisco e portare alla decadenza di alcune agevolazioni, quali il Reddito di cittadinanza.

Per indurre ai controlli fiscali non si tiene solo in considerazione l’auto in sé posseduta dal contribuente, ma anche quanto necessario per la manutenzione e il mantenimento della stessa. Possedere un’auto significa anche poter sostenerne le spese che non sono affatto esigue.

Ma vediamo quali sono le auto che potrebbero far scattare l’accertamento, come funzionano i controlli fiscali e quali conseguenze su bonus e agevolazioni per chi non supera la verifica.

Controlli fiscali: accertamento su quali auto?

I controlli fiscali potrebbero scattare per il semplice fatto di possedere un’auto che può dare nell’occhio. Quali sono le auto che possono far scattare l’accertamento da parte del fisco?

Sicuramente le prime auto da considerare sono quelle di lusso, subito dopo arrivano quelle d’epoca e storiche per le quali non si paga il bollo, ma non significa che siano meno sospette.

Tutto parte da quanto dichiarato dal contribuente all’Agenzia delle Entrate se non congruente con il proprio stile di vita. Per evitare spiacevoli sorprese, capiamo cosa si intende per auto di lusso, storica o d’epoca.

  • Auto di lusso: sono tutte quelle auto che superano i 250 cavalli e per le quali è dovuto il pagamento del superbollo. Il superbollo si paga per le auto che superano i 185 chilowatt di potenza. Quindi il superbollo sarà di 20 euro per ogni chilowatt al di sopra dei 185. Per sapere quali sono i chilowatt dell’auto bisogna controllare il libretto di circolazione in cui è indicata la potenza. Rimandiamo a un articolo di Money.it per il superbollo 2021, per capire come si calcola e quando si paga;
  • Auto d’epoca: esente dal pagamento del bollo questa tipologia di auto che può comunque indurre ai controlli fiscali deve avere determinate caratteristiche, prima fra tutte non deve essere più adatta alla circolazione su strada se non in occasioni di manifestazioni o eventi. L’auto d’epoca deve inoltre deve essere inscritta in uno specifico elenco del ministero dei Trasporti e pertanto cancellata dal pubblico registro automobilistico. Queste sono a tutti gli effetti delle auto da collezione;
  • Auto storica: sono quelle auto ancora iscritte al Pubblico registro automobilistico e circolanti su strada, anche se è stato loro riconosciuto un valore storico.

Per le auto d’epoca e storiche è previsto dalla legge l’esenzione del bollo, ma solo se hanno superato i 30 anni e iscritte all’apposito registro storico. Per quelle che però ancora circolano è previsto il pagamento di un mini-bollo da 28,40 euro.

Le auto d’epoca anche se non circolano, come quelle di lusso, potrebbero insospettire il fisco e far scattare accertamenti. Queste auto, anche se collezione e tenute in garage per un semplice valore affettivo, fanno reddito.

Come vengono effettuati i controlli fiscali sulle auto

Vediamo come si effettuano i controlli fiscali sulle auto. L’accertamento parte dall’Agenzia delle Entrate qualora si dovesse notare una sproporzione tra la dichiarazione dei redditi del proprietario del veicolo e il suo stile di vita.

Spetta al contribuente dimostrare, anche se l’auto in questione dovesse essere frutto di un lascito di un parente, di una donazione, di poter affrontare le spese per il mantenimento dell’auto: dalla benzina agli pneumatici, al pagamento di assicurazione e bollo.

I controlli fiscali seguono questa procedura:

  • l’Ufficio delle Imposte territorialmente competente invia una richiesta di chiarimenti al possessore dell’auto in questione, una richiesta che parte solo se si nota uno scostamento superiore al 20% tra quanto dichiarato dal contribuente e lo stile di vita condotto;
  • se sussiste la sproporzione l’Agenzia delle Entrate invia una richiesta di chiarimento al contribuente, chiamato a dimostrare di potersi permettere il mantenimento dell’auto;
  • se le giustificazioni presentate dal contribuente non dovessero essere sufficienti parte la notifica dell’atto di accertamento;
  • l’Agenzia delle Entrate valuta il bene e quanto sottratto al fisco;
  • scattano le imposte sulla base del “reddito in più” non dichiarato e le relative sanzioni;

È importante capire come evitare i controlli del fisco e le spese da non fare, ricordare che se si è in possesso di auto di lusso, d’epoca o storiche di dichiararle in modo da evitare accertamenti e spiacevoli conseguenze.

Controlli su veicoli per il Reddito di cittadinanza

I controlli fiscali vengono effettuati anche dall’Inps che incrocia i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, dai Comuni di residenza e dell’Automobile Club Italia (ACI) per verificare l’esistenza o meno di auto o moto di proprietà del richiedente con caratteristiche contrarie a quelle previste per poter beneficiare del reddito di cittadinanza.

La Legge di Bilancio 2022 ha infatti rafforzato il sistema di controlli incrociati in modo da escludere preventivamente dal sussidio chi non rispetta i requisiti.

Con riferimento al possesso di auto e moto, l’art.2 del D.L. 4/2019 - il decreto legge che ha introdotto il Reddito di cittadinanza - dispone che per ottenere il sussidio, nessun componente del nucleo deve essere intestatario o avere piena disponibilità di:

  • autoveicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi antecedenti la domanda di RdC/PdC
  • autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, in entrambi i casi immatricolati per la prima volta nei due anni antecedenti la domanda di RdC/PdC. Sono esclusi gli autoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità.
  • navi e imbarcazioni da diporto di cui all’articolo 3, comma 1, decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171.

Dunque, sulla base di queste disposizioni, non basta verificare la cilindrata dell’auto ma anche la data di immatricolazione ai fini dell’accoglimento della domanda di Rdc.

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