La Corea del Nord ha finanziato nel 2020 il proprio programma di armi nucleari grazie al proprio esercito di hacker che è riuscito a reperire illegalmente sul web oltre 300 milioni di dollari.
La Corea del Nord ha implementato il proprio programma di armi nucleari per tutto il 2020, in aperta violazione del diritto internazionale, finanziandoli attraverso una serie di attacchi hacker per un valore totale di oltre 300 milioni di dollari rubati sul web.
Questo è quanto emerge da un rapporto realizzato dall’ONU ancora non reso pubblico ufficialmente, ma riportato da agenzie di stampa internazionale come Reuters e CNN.
Nel documento, gli ispettori indipendenti esperti delle questioni interne del Paese hanno rivelato come il regime di Pyongyang abbia prodotto materiale fissile, mantenuto i propri impianti nucleari e sviluppato ulteriormente le infrastrutture missilistiche
Nell’ultimo anno, si è quindi avuta notizia di nuovi sistemi balistici di corto e medio raggio, attraverso l’osservazione di esercitazioni sottomarine e delle parate militari in onore di Kim Jong-un. Proprio lo scorso ottobre, per celebrare i 75 anni del Partito, è stato visto sfilare quelli che sono stati definiti da alcuni esperti i missili balistici intercontinentali più grandi del mondo.
Corea del Nord: armi nucleari finanziate da attacchi hacker
Nel report dell’ONU, viene inoltre riferito come, secondo un Paese di cui viene protetta l’identità, la Corea del Nord avrebbe riallacciato i propri rapporti con l’Iran, così da dare vita a una cooperazione per lo sviluppo di progetti missilistici a lungo raggio.
Nonostante i sospetti, legati anche alla politica nucleare del Paese sanzionata in più occasioni dagli Stati Uniti e dalla comunità internazionale, Teheran smentisce con forza la ricostruzione, affermando che agli ispettori delle Nazioni Unite siano state fatte arrivare informazioni false.
Sorprende, comunque, come la Repubblica Popolare Democratica di Corea riesca nel continuare a sviluppare armamenti bellici di tali dimensioni, nonostante la precaria situazione economica interna, peggiorata ulteriormente dalla pandemia da Covid-19.
Infatti, proprio per impedire la propagazione del virus all’interno dei propri confini, Kim Jong-un ha attuato dure politiche restrittive, sospendendo gli scambi con la Cina, che rappresenta il principale partner commerciale, e sospendendo le spedizioni di carbone, uno dei pochi prodotti esportati.
Relazioni future tra Biden e Kim Jong-un
Una mossa che se da un lato ha permesso un contenimento dei casi da coronavirus (anche se le affermazioni del regime di non aver registrato alcun positivo appaiono false), ma che ha portato a un crollo dell’economia.
Tuttavia, lo Stato nordcoreano sarebbe riuscito a recuperare diverse centinaia di milioni di dollari di risorse grazie al proprio esercito di hacker, il quale ha continuato a condurre operazioni nei confronti di istituzioni finanziarie e società di cambio di criptovalute.
C’è quindi curiosità su quella che sarà la reazione di Joe Biden a queste notizie e, in generale, quale sarà nei prossimi 4 anni l’atteggiamento degli USA nei confronti di Pyongyang.
Nel suo mandato Donald Trump aveva attuato un programma di disgelo nei rapporti con Kim Jong-un, culminato in tre incontri, i quali, però, non sono riusciti a convincere il leader nordcoreano a desistere dai suoi progetti militari legati al nucleare.
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