La Corea del Sud spesso citata come modello di contenimento del coronavirus ha reintrodotto misure restrittive a una settimana dal ‘liberi tutti’. Ecco cos’è successo.
In Corea del Sud torna l’incubo coronavirus. Mercoledì scorso, con l’annuncio di zero nuovi casi interni, il Governo aveva allentato definitivamente le misure restrittive ma dopo meno di una settimana si è dovuto fare un passo indietro.
Il numero dei nuovi contagi nel Paese è tornato a salire. Solo a Seul si sono contate 89 infezioni legate alla vita notturna, il dato più alto dallo scorso 9 aprile.
Una notizia che conferma ancora una volta quanto sia complicato tornare alla normalità e uscire definitivamente dall’emergenza. Stesse preoccupazioni sono emerse anche in Germania e Cina, dove l’alleggerimento del lockdown ha comportato a un innalzamento della curva dei contagi.
Corea del Sud riapre, ma scoppiano nuovi focolai
In Italia la Fase 2 è iniziata da una sola settimana mentre in Corea del Sud si è arrivati lo scorso mercoledì al famoso ‘liberi tutti’. Sono 10.909 i casi accertati di coronavirus nel Paese mentre la conta dei morti è ferma da giorni a quota 256. Il Governo dopo circa un mese in cui si erano registrati pochissimi casi, grazie anche a un’operazione di monitoraggio rigorosa, aveva permesso alla popolazione di tornare a socializzare e a uscire liberamente. Tuttavia, a Seul le autorità sono state costrette a chiudere nuovamente tantissimi locali esercizi commerciali. Negli ultimi giorni si sono infatti registrate ben 89 nuove infezioni legate a club e bar di Itaewon, un quartiere molto frequentato della città.
La nuova catena di contagi sarebbe stata innescata da un uomo positivo che la notte del primo maggio è entrato in ben cinque locali. Il tracciamento dei contatti è avvenuto per mezzo della sua carta di credito e grazie ai video girati dalle telecamere a circuito chiuso. Le persone con cui ha avuto contatti potrebbero essere moltissime e in questi giorni il Governo sta cercando di rintracciarle. Sono 5.517 quelle che hanno visitato l’area nel periodo dal 24 aprile al 6 maggio, 2.405 di queste sono state già intercettate, ne rimangono altre 3.112 finora irreperibili. Sabato, inoltre, il sindaco di Seul, Park Won-soon, ha deciso di rintrodurre restrizioni per evitare che l’epidemia possa ripartire. Vietati quindi gli assembramenti nei principali luoghi della città, i contravventori potranno subire multe salatissime.
L’episodio coreano è l’ennesima prova di come il processo di riapertura sia molto complesso, in attesa di un vaccino efficace il distanziamento sociale è ancora l’unica arma in nostro possesso. Anche in Germania e in Cina il numero dei contagi è tornato a salire e si temono nuovi focolai dopo l’allentamento delle misure restrittive. Nel nostro Paese intanto si attendono i primi effetti della Fase 2 che, se ci saranno, potranno essere osservati già nei prossimi giorni.
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