Aumentano i contagi, ma la situazione negli ospedali è sotto controllo. In Italia 281 focolai attivi, rischio di bomba virale nel Lazio a causa dei rientri dalla Sardegna. Il punto della situazione.
Una bomba virale rischia di esplodere nel Lazio a causa dei contagi di rientro dalla Sardegna: è questo l’allarme lanciato dall’assessore alla sanità e all’integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato, che punta il dito contro la movida senza regole che ha contribuito a un picco di nuovi contagi in molte parti d’Italia e d’Europa.
L’ultimo bollettino parla di 115 nuovi casi di Covid-19 nel Lazio (di cui 75 a Roma) e di 1 decesso. Di questi il 73% sono casi di importazione (Spagna, Grecia, Emilia Romagna, Malta, Croazia...) e il 37% dei rientri dalla sola Sardegna, ha detto D’Amato. “È assurdo tornare ai livelli di aprile per il mancato rispetto delle regole durante la movida, ci si può divertire in sicurezza”.
E continua: “Ci aspettiamo un considerevole aumento dei casi ed è in corso una grande azione di tracciamento”. Per evitare il rischio che in regione scoppi una bomba virale per i rientri dalla Sardegna bisogna intensificare i test agli imbarchi.
In Italia 281 focolai attivi: le Regioni più a rischio
Allargando lo sguardo a tutto il territorio nazionale, gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità riferiti al periodo 10-16 agosto ci parlano di 281 nuovi focolai attivi in Italia e di un indice di trasmissione del contagio Rt pari a 0,83. Nella maggior parte delle Regioni i valori Rt sono inferiori a 1, anche se in 9 si è registrato un aumento dei casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente. “Un numero, si legge, che non può essere attribuito unicamente all’aumento dei casi importati”.
Le regioni con l’indice Rt più alto sono Umbria (1,34), Abruzzo (1,24), Veneto (1,21), Lombardia (1,17) e Campania (1.02).
In alcune parti del Paese la circolazione del virus è ancora rilevante, ma sotto controllo. Sebbene in alcune regioni sia segnalato un aumento delle ospedalizzazioni, non ci sono segnali di sovraccarico dei servizi sanitari, spiega il report Iss.
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