Coronavirus: quante probabilità ci sono di ammalarsi di COVID-19?

Antonio Cosenza

22 Ottobre 2020 - 09:32

COVID-19: le probabilità di ammalarsi sono pari a quelle di restare feriti in un incidente stradale.

Coronavirus: quante probabilità ci sono di ammalarsi di COVID-19?

Coronavirus: quante probabilità abbiamo di ammalarci? E soprattutto, qual è la probabilità di morire a causa del COVID-19? Con la risalita dei contagi e l’inasprimento delle restrizioni da parte del Governo, ritornano le domande che ci hanno fatto compagnia durante il lockdown.

Tra le più frequenti c’è quella riguardante la probabilità di essere contagiati dal coronavirus. Va detto che rispondere a questa domanda non è semplice, in quanto è impossibile conoscere i numeri reali: i casi accertati con tamponi, infatti, sono molti meno rispetto a quanti effettivamente hanno contratto il coronavirus.

Specialmente nei mesi di marzo e aprile, quando il numero dei tamponi effettuati era molto più basso rispetto ad oggi e si stima che i contagiati fossero molti di più rispetto ai casi accertati.

La risposta alla domanda su quante probabilità ci sono di ammalarsi causa COVID, quindi, non può essere certa al 100%. Tuttavia, in base ai dati sui contagi possiamo comunque fare una stima a riguardo; stima più efficace nel caso dei pazienti deceduti causa COVID-19, poiché in questo caso gli accertamenti sono stati effettuati sulla totalità dei decessi.

COVID-19: quanto è probabile ammalarsi?

Probabilmente tra di voi c’è chi pensa che prima o poi tutti dovremmo contrarre il coronavirus. L’idea della cosiddetta “immunità di gregge”, d’altronde, serpeggia anche tra gli esperti.

C’è chi ritiene che i numeri reali della pandemia siano molto più elevati rispetto a quelli accertati; effettivamente questo non possiamo saperlo, ma i dati ufficiali ci dicono che per il momento la probabilità di essere contagiati dal coronavirus - e presentare una sintomatologia da COVID - è la stessa di quella che riguarda il coinvolgimento in un incidente stradale.

Come ci ricorda Il Corriere della Sera, in Italia nel 2019 ci sono stati 2,8 milioni di sinistri stradali su un totale di 42 milioni di veicoli. Questo significa che la frequenza dei sinistri stradali è stata del 6,6%. Molto pochi gli incidenti in cui sono state riportate lesioni: 172 mila i sinistri in cui ci sono stati feriti, provocando 241 mila persone che hanno riportato lesioni e 3.200 morti. Ricapitolando, nel 2019 la probabilità di ferirsi in un incidente stradale è stata dello 0,41%, mentre la percentuale di morte nel caso in cui si rimanga coinvolti in un incidente (quindi la probabilità condizionata) è dell’1,30%.

E adesso confrontiamo questi dati con quelli del COVID. In questo caso, immaginiamo che il dato nazionale sia un dato medio così da dare un’eterogeneità sul territorio. Da marzo a settembre 2020 ci sono stati 283 mila casi di persone che hanno presentato un’infezione sintomatica, e di questi sono state 36 mila le persone decedute.

La maggior parte di coloro che si sono ammalati dopo aver contratto il coronavirus si concentra nel periodo che va da marzo a maggio, dove ci sono stati 233 mila casi di contagiati con sintomi e 34 mila morti. Durante la fase due, invece, i primi sono stati 50 mila, a fronte di 2 mila decessi.

Durante la prima fase della pandemia, quindi, la probabilità di ammalarsi per aver contratto il coronavirus era dell’1,55%; una volta ammalati, invece, la probabilità - condizionata - di morire era del 14,6%.

Almeno fino a settembre, quando sono cominciati i primi segnali di allarme, la percentuale era però molto più bassa. La probabilità di ammalarsi, infatti, è scesa allo 0,25% e al 4% quella di morire.

Ad oggi - con la risalita dei contagi a cui stiamo assistendo in queste settimane - la percentuale sembra essersi avvicinata a quella di rimanere coinvolti in un incidente stradale (restando feriti). La speranza è quella di non tornare ai dati di marzo e aprile scorso, quando questa probabilità era molto più elevata (anche perché i casi non accertati erano molti di più rispetto ad oggi), con la consapevolezza che almeno per il momento dovremo convivere con il rischio di ammalarci causa COVID-19.

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