Corte Ue: Facebook può essere costretta ad eliminare i post diffamatori

Isabella Policarpio

5 Giugno 2019 - 10:51

Corte di Giustizia Ue: Facebook può essere costretta ad individuare ed eliminare i commenti diffamatori dopo l’accertamento dell’illiceità. I dettagli della decisione.

Corte Ue: Facebook può essere costretta ad eliminare i post diffamatori

La piattaforma Facebook può essere costretta a ricercare e, successivamente, eliminare tutti i post e i commenti con contenuto diffamatorio, purché ne sia accertata in giudizio l’illiceità.

Questa è la posizione dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia Ue - Maciej Szpunar - in merito al caso portato avanti da una parlamentare austriaca.

La donna aveva chiesto al Tribunale austriaco di adottare un’ordinanza cautelare nei confronti di Facebook e porre fine alla diffusione di alcuni post diffamatori sul suo conto. La Suprema Corte Austriaca si era poi rivolta alla Corte di Giustizia Ue per avere chiarimenti in merito all’applicazione della Direttiva sul commercio elettronico.

L’avvocato generale ha decretato che il giudice interno può emettere un decreto ingiuntivo nei confronti di Facebook per intimare la piattaforma ad eliminare tutti i contenuti diffamatori.

Corte Ue: Facebook può essere costretta a rimuovere i post diffamatori

Secondo il parere dell’Avvocato generale della Corte Ue, la piattaforma Facebook può essere costretta ad individuare e poi eliminare commenti e post, dopo che il giudice ne ha accertato il contenuto diffamatorio, e quindi illecito.

Così si è espresso l’Avvocato Maciej Szpunar sul caso di Eva Glawischnig-Piesczek, deputata al Parlamento austriaco (presidente del gruppo dei Verdi), la quale si era rivolta ai giudici interni per fermare la diffusione di alcuni commenti diffamatori nei suoi confronti.

La deputata si era rivolta direttamente a Facebook per l’eliminazione dei post incriminati, tuttavia senza successo; così aveva chiesto al Tribunale austriaco di emettere l’ordine di cancellazione dei commenti.

Tuttavia, la Suprema Corte d’Austria, impreparata sulla controversia, si era rivolta alla Corte di Giustizia Ue per ottenere chiarimenti riguardo l’applicazione della Direttiva sul commercio elettronico.

Il parere dell’Avvocato generale della Corte Ue

Dunque, il caso è arrivato fino alla Corte di Giustizia Ue. Secondo l’Avvocato generale (al servizio del buon funzionamento del diritto comunitario) la piattaforma Facebook può essere costretta alla rimozione di post, commenti, foto, e ogni altro contenuto di carattere diffamatorio, se ne viene accertata l’illiceità.

Quindi, i giudici interni possono emettere un decreto ingiuntivo con il quale intimano il Social network a ricercare i post illeciti, individuarli e poi procedere alla loro rimozione.

Ma non solo, nell’ambito del provvedimento ingiuntivo, l’host provider può anche essere costretto a ricercare e individuare le informazioni equivalenti a quella qualificata come diffamatoria.

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