Cos’è la crisi monetaria? Cause, conseguenze e il ruolo delle banche centrali

Flavia Provenzani

15/03/2015

Cos’è una crisi monetaria? Cosa comporta e quali sono le sue conseguenze sul mercato globale? Analizziamo gli effetti di una crisi monetaria sull’economia e il ruolo delle banche centrali, governi e investitori.

Cos’è la crisi monetaria? Cause, conseguenze e il ruolo delle banche centrali

Fin dai primi anni ‘90 si sono verificati molti casi in cui gli investitori sul mercato del forex sono stati colti di sorpresa, il che ha causato un massiccio spostamento tra una valuta e l’altra e la fuga di capitali.

Cosa spinge gli investitori di valuta e i finanziatori internazionali a reagire e comportarsi in questo modo?
Valutano davvero la salute di un’economia o invece agiscono d’stinto?

In questo articolo, vedremo cos’è una crisi monetaria e scopriremo realmente da cosa è causata e le sue conseguenze.

Che cos’è una crisi monetaria?
Una crisi monetaria è causata da una diminuzione del valore della valuta di un Paese.
Questo calo del valore incide negativamente sull’economia creando instabilità sui tassi di cambio, il che si traduce nel fatto che un’unità di una valuta non riesce a comprare tanto quanto faceva in passato.

Per semplificare la questione, possiamo dire che questa tipologia di crisi si sviluppa come un’interazione tra le aspettative degli investitori e cosa queste aspettative riescono a causare.

Il ruolo del Governo, delle Banche Centrali e degli investitori
Di fronte alla prospettiva di una crisi monetaria, le banche centrali in un’economia con un tasso di cambio fisso possono cercare di mantenere il tasso di cambio allo stesso livello erodendo le riserve estere del Paese, o lasciando il tasso di cambio fluttuare.

Perché agire sulle riserve di valuta estera è una soluzione?
Quando il mercato si aspetta una svalutazione, la pressione al ribasso sulla moneta può essere compensata soltanto da un aumento del tasso di interesse. Per aumentare i tassi, la banca centrale deve ridurre l’offerta monetaria, che a sua volta aumenta la domanda per la valuta.

La banca centrale può farlo vendendo le riserve di valuta estera per creare un deflusso di capitali. Quando la banca vende una parte delle sue riserve in valuta estera, riceve il pagamento in forma di moneta nazionale, che tiene fuori dalla circolazione.

Proteggere il tasso di cambio non può durare per sempre, sia in termini di calo delle riserve estere, sia in termini di fattori politici ed economici, come ad esempio l’aumento della disoccupazione.

Nel breve termine la svalutazione monetaria aumenta anche i tassi di interesse, che devono essere compensato dalla banca centrale attraverso un aumento dell’offerta di moneta e un aumento delle riserve in valuta estera.

Come accennato in precedenza, proteggere un tasso di cambio fisso può erodere le riserve di un Paese rapidamente, e la svalutazione della moneta può aumentare di nuovo le riserve.

Purtroppo per le banche, ma fortunatamente per voi, gli investitori sono ben consapevoli del fatto che possa essere utilizzata una strategia di svalutazione, e questa consapevolezza può essere incorporata nelle aspettative del mercato.

Se il mercato si aspetta che la banca centrale svaluterà una moneta, la possibilità di incrementare le riserve di valuta estera attraverso un aumento della domanda aggregata non si realizza.

Invece, la banca centrale deve utilizzare le sue riserve per ridurre l’offerta di moneta, il che aumenta il tasso di interesse nazionale.

Cosa succede durante una crisi monetaria
Se la fiducia degli investitori nella stabilità di un’economia viene intaccata, questi cercheranno di portare il proprio capitale fuori dal paese. Questo è quello che si definisce “fuga di capitali".
Una volta che gli investitori hanno venduto i loro investimenti nazionali in valuta locale, convertono tali investimenti in valuta estera.

Questo fa sì che il tasso di cambio vada ancora peggio, con una conseguente corsa sulla valuta che può rendere quasi impossibile per il Paese finanziare la sua spesa in conto capitale.

Prevedere quando un Paese entrerà in una crisi monetaria necessita dell’analisi di una serie diversificata e complessa di variabili.

Punti chiave delle precedenti crisi valutarie

  • Un’economia può inizialmente essere solvente e tuttavia soccombere alla crisi. Avere una bassa quantità di debito non è sufficiente a mantenere funzionanti le politiche di un Paese.
  • Il surplus commerciale e i bassi tassi di inflazione possono diminuire l’entità di un impatto della crisi monetaria, ma in caso di contagio finanziario, la speculazione limita le opzioni nel breve periodo.
  • I governi sono spesso costretti a fornire liquidità alle banche private, che possono investire sul debito a breve termine che richiederà pagamenti a breve termine. Se il governo investe anche in debito a breve termine, si può incidere sulle riserve in valuta estera molto rapidamente.

Il mantenimento di tassi di cambio fissi non rende semplice il lavoro della politica di una banca centrale sul valore nominale. Mentre l’annuncio della volontà di difendere il floor sul cambio può aiutare, in ultima analisi gli investitori guardano alla capacità della banca centrale di mantenere la politica prefissata. La banca centrale dovrà svalutare in modo sufficiente per tentare di essere credibile.

La crescita nei Paesi in via di sviluppo è generalmente positiva per l’economia globale, ma se la crescita è troppo rapida di possono creare delle instabilità, una maggiore probabilità di fuga di capitali e una corsa sulla valuta nazionale.

Un’efficiente gestione della banca centrale può aiutare, ma prevedere il percorso di un economia in definitiva è un percorso difficile da tracciare.

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