Cos’è il bitrate e cosa cambia se diminuisce per Netflix, YouTube, Amazon Prime Video e altri servizi streaming. Facciamo chiarezza.
Se ne è parlato tanto in questi giorni, ma in pochi sanno cos’è il bitrate e cosa significa la sua diminuzione: l’Unione Europea ha chiesto a diversi servizi streaming come Netflix, YouTube e Prime Video (che hanno accettato) di diminuirlo, portando a un cambio di risoluzione video e alla perdita dell’alta definizione. Ma è davvero così? Cosa cambia davvero?
La scelta di queste piattaforme streaming, capaci di trasmettere e condividere una grande mole di dati al secondo, di abbassare il bitrate per i prossimi 30 giorni dovrebbe abbassare del 25% il peso che queste piattaforme hanno sull’attuale linea internet a banda larga, mai come oggi congestionata a causa dell’emergenza coronavirus (che ha costretto diversi italiani a casa).
Ma cosa significa nello specifico un abbassamento del bitrate e cosa cambia per gli utenti spettatori di Netflix, YouTube e co? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Cos’è il bitrate e cosa significa diminuirlo
Il bitrate si utilizza in linguaggio informatico per indicare una quantità di dati che viene trasmessa entro un certo periodo di tempo: più alto è il loro numero più si indica, in termini di linea internet, alta velocità e qualità.
Facendo riferimento quindi al concetto di velocità internet, la scelta preferibile è sempre quella di avere un bitrate più alto che permette di ricevere il contenuto da noi ricercato nel modo più rapido possibile. Più è alto il bitrate maggiore sarà il numero di servizi a cui è possibile accedere contemporaneamente: guardare film in serie TV in streaming, giocare a videogames online o scaricare file in download.
Guardando al mondo audio e video quindi un bitrate più alto proporrà all’utente una qualità più elevata anche confrontando un due filmati riprodotti alla stessa risoluzione. Diminuirli significa quindi riprodurre un filmato a una qualità leggermente inferiore rispetto allo standard normale, ma ciò non si traduce necessariamente in un peggioramento della risoluzione video o a una rinuncia totale all’alta definizione.
Bitrate: cosa cambia per lo streaming su Netflix e YouTube
Diminuire il bitrate per Netflix, YouTube e altri servizi streaming si traduce quindi in una leggera modifica al modo in cui quest’ultimi trasmettono le proprie informazioni codificate all’utente, andando leggermente a inficiare sulla velocità con cui vengono caricati i filmati e quindi sulla qualità finale del video.
Le principali piattaforme streaming possiedono già da diverso tempo gli strumenti per limitare questo valore, in modo da poter raggiungere qualsiasi utente (anche quello magari afflitto da una connessione non proprio al top).
In questo modo i video ad altissima definizione, il 4K, verranno trasmessi a una qualità leggermente inferiore (Full HD), evitando che la linea internet europea subisca rallentamenti tali da condizionare anche altre attività e appesantire la linea internet.
Netflix, nel frattempo, ha chiarito la propria posizione in merito alla questione attraverso un tweet sul proprio canale ufficiale italiano. Condizionale a parte, il colosso dello streaming sembra garantire che ciascuno utente potrà usufruire della qualità video relativa al proprio abbonamento senza particolare cambiamenti.
I cambiamenti che stiamo effettuando aiuteranno a garantire il funzionamento della rete per tutti, che è la cosa più importante. Dovreste comunque riuscire a vedere film e serie tv con la risoluzione permessa dal vostro abbonamento/dispositivo/connessione. https://t.co/cIph8M61x3
— Netflix Italia (@NetflixIT) March 20, 2020
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