Il gender gap, la mancanza di equità sociale e professionale tra uomini e donne, non è stato ancora superato. Ma quanto ci costa in termini di impatto sul PIL italiano e mondiale?
Cos’è il gender gap e quanto ci costa in termini di PIL? Parecchio potremmo dire sulla base dei dati emersi da alcune ricerche.
Il gender gap da eliminare per raggiungere la parità di genere non è solo una questione sociale dunque, ma anche meramente economica se si considera che eliminando la disparità tra uomini e donne il PIL mondiale crescerebbe e di molto.
Il gender gap è letteralmente il divario tra i generi con particolare riferimento alla differenza tra i sessi e alla mancanza di equità sociale e professionale tra uomini e donne.
In occasione della Giornata internazionale della Donna dell’8 marzo piuttosto che di mimose sarebbe opportuno parlare in modo concreto di gender gap e in particolare di gender pay gap in riferimento alla differenza di retribuzione esistente tra i sessi.
È quello che cercheremo di fare riportando i dati e cercando di comprendere cosa si intende per gender gap e come porterebbe benefici in termini di costi il suo superamento.
Cos’è il gender gap
Per gender gap si intende la differenza tra uomini e donne in termini sociali e professionali. Mancanza di equità tra i sessi e per la quale si combatte da generazioni anche e soprattutto in occasione dell’8 marzo che celebra la donna in alcuni casi con una connotazione che potremmo definire ipocrita.
In termini di gender gap possiamo considerare la difficoltà ancora esistente per le donne di raggiungere posti di prestigio a livello lavorativo rispetto ai colleghi uomini, la maternità ancora stigmatizzata in alcuni contesti e poi ovviamente un altro fenomeno di cui si sente sempre più spesso parlare ovvero il gender pay gap. Questa particolare accezione del gender gap indica la disparità salariale tra uomini e donne.
Parlando del gender gap in termini di stipendio bisogna distinguere due parametri:
- non-adjusted pay gap;
- adjusted pay gap.
Il primo parametro si basa sulla paga oraria lorda, mentre il secondo tiene conto anche di altri elementi che vanno a definire il gender pay gap ovvero:
- tasso di occupazione delle donne;
- livello di istruzione;
- settore di impiego;
- ruoli occupati dalle donne.
Analizzando il gender gap salariale in base al primo parametro, i dati sono forniti da Eurostat (2018), emerge che in Italia la differenza di stipendio tra uomini e donne è solo del 3,9%, posizionandosi solo al terzo posto tra i Paesi membri dopo Lussemburgo e Romania.
Un dato che cambia tuttavia drammaticamente se si considera il secondo parametro ovvero l’adjusted pay gap.
Tenendo conto del divario complessivo di genere la performance italiana, sempre secondo i dati Eurostat, lascia poco spazio alle interpretazioni: il gender gap in termini salariali è del 43,7% rispetto alla media europea del 39,6%. In Italia c’è un problema di occupazione delle donne con un tasso bassissimo pari al 50%.
Anche il premier Mario Draghi tenendo conto di questi dati nel suo discorso programmatico al Senato ha parlato di occupazione femminile in Italia da rilanciare.
Le donne svolgono lavori retribuiti meno e sono maggiormente occupate part-time rispetto agli uomini, spesso perché costrette a scegliere tra famiglia e lavoro o quasi.
Così un sostegno maggiore alle famiglie e alla genitorialità, con una riforma del welfare, potrebbe essere uno degli interventi che permetterebbe di contribuire alla riduzione del gender gap, oltre ovviamente a una rivoluzione culturale in tal senso auspicabile.
Gender gap: quanto ci costa?
E ora rispondiamo alla domanda madre ovvero quanto ci costa il gender gap. Il PIL mondiale crescerebbe se le differenze tra uomini e donne in termini di tasso di occupazione, salario, accesso a ruoli apicali venissero ridotte.
In Italia il minor tasso di occupazione femminile è costato al PIL italiano nel 2017 268 miliardi di euro, oltre il 18% del PIL stesso.
Secondo invece una successiva ricerca, molto più recente, su scala globale della Bank of America Merrill Lynch Global Research, l’uguaglianza di genere in termini di PIL mondiale entro il 2025 vale circa 28 trilioni di dollari.
Immaginiamo che per l’Italia sia anche peggiorata la situazione nel 2020 se si considera che su 101mila posti di lavoro persi a dicembre 2020, 99mila erano occupati da donne.
Sempre in merito al gender gap e quanto ci costa, o meglio quanto potrebbe migliorare il PIL mondiale, possiamo far riferimento anche all’Unione Europea che per il suo Gender Action Plan 2016-2020” (o “GAP II”) ha messo insieme una serie di dati.
Quelli della società internazionale di consulenza manageriale, la McKinsey Global Institute, mettono in evidenza come eliminando il gender gap entro il 2025 il PIL mondiale potrebbe trarne benefici e nel dettaglio si parlerebbe di 67mila miliardi di dollari. Se il gender gap non venisse diminuito il contributo delle donne sarebbe invece di 39mila miliardi di dollari.
Sommando il contributo al PIL mondiale degli uomini con quello delle donne e mettendo i due valori che abbiamo sopra evidenziato a confronto, eliminare il gender gap significherebbe contribuire al PIL mondiale con un 26% in più ovvero 28mila miliardi di dollari. Dati alla mano dunque il gender gap ci costa molto eliminarlo sarebbe un bene per tutti, non solo per le donne.
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