Il referendum propositivo vincola il legislatore ad emanare una nuova legge, in coerenza con la volontà popolare. Non è presente in Italia, anche se non mancano le proposte per introdurlo.
Il referendum propositivo consente ai cittadini di proporre una legge, obbligando il parlamento a discutere, analizzare il testo e promulgare una legge coerente con la volontà popolare.
In pratica, questa tipologia di referendum è una manifestazione popolare dell’iniziativa legislativa e, in quanto tale, è la più alta manifestazione di “democrazia diretta” poiché elimina l’intermediazione delle istituzioni pubbliche, conferendo maggiori poteri ai cittadini.
Con il referendum propositivo gli elettori determinano i principi ed i criteri per disciplinare con una nuova legge la materia oggetto di referendum, mentre ai parlamentari spetta il successivo compito di stabilire i dettagli applicativi.
La Costituzione italiana non prevede il referendum propositivo (che è operativo solamente in Trentino e Valle d’Aosta, Regioni a Statuto speciale), tuttavia non mancano le proposte per introdurlo.
Cos’è
Il referendum propositivo è un tipo di referendum con cui si sottopone al giudizio dell’elettorato l’approvazione di una determinata proposta legislativa. Tale funzione permette ai cittadini legittimati a votare di avanzare una proposta legislativa, senza l’intermediazione degli organi dello Stato.
La proposta popolare è vincolante, nel senso che, dopo la proposizione del referendum, il Parlamento è tenuto ad analizzare e discutere la proposta ed a promulgare una legge coerente con i principi sanciti dal popolo.
Nei Paesi che lo prevedono (tra cui non compare l’Italia), il referendum propositivo viene utilizzato come strumento di partecipazione diretta degli elettori alla gestione della vita pubblica dello Stato, e quindi con funzione propulsiva dell’iniziativa legislativa.
In Italia, nonostante le molte proposte che si sono succedute nei vari Governi, il referendum propositivo è assente. Per introdurlo si dovrebbe modificare l’articolo 71 della Costituzione - con un referendum costituzionale - che stabilisce a chi, ed in che misura, compete l’iniziativa popolare.
La proposta del M5S
L’attuale Governo, tra dibattiti e divisioni interne, ha annunciato la volontà di introdurre in Italia il referendum propositivo, al fine di rafforzare gli strumenti di democrazia diretta e dare più potere ai cittadini.
Infatti, il referendum propositivo serve proprio a questo: la parte della popolazione che ha diritto al voto può partecipare direttamente alla gestione delle istituzioni pubbliche, determinando i principi ed i criteri di una nuova legge da sottoporre al giudizio del Parlamento.
Quindi, se un nutrito numero di elettori (ancora da stabilire) ritiene che il Parlamento debba disciplinare una specifica materia, questi stessi cittadini possono promuovere una consultazione referendaria. Dopo l’iniziativa, il Parlamento sarà obbligato ad emanare una legge che rispetti la volontà popolare.
Referendum propositivo: le bocciature del passato
Come abbiamo detto, la Costituzione italiana ammette diverse tipologie di referendum, tra le quali però non compare il referendum propositivo. I padri della Costituzione, infatti, vollero introdurre lo strumento del referendum come uno strumento di protezione dell’ordinamento dello Stato e non di innovazione legislativa.
Il referendum propositivo, invece, nei Paesi che lo prevedono (ad esempio la Svizzera e la Repubblica di San Marino) svolge la funzione di proporre delle disposizioni legislative da parte dei cittadini. Esso, quindi, è una delle maggiori espressioni di “democrazia diretta”, ovvero l’esercizio del potere legislativo da parte del popolo, senza intermediari, cioè i deputati ed i senatori.
Nel nostro Paese, questo istituto esiste solamente in Trentino e Valle d’Aosta, Regioni che lo hanno introdotto in virtù della loro speciale autonomia legislativa. Tuttavia, spesso si è aperto il dibattito sull’opportunità di estendere o meno il referendum propositivo alla altre Regioni d’Italia, senza mai raggiungere un accordo.
In particolare, l’adozione del referendum propositivo era stata prevista dalla riforma costituzionale del Governo guidato da Matteo Renzi, nel novembre del 2016, che però fu bocciata. Il testo della proposta stabiliva che "in caso di inerzia da parte delle Camere”, i cittadini potessero chiedere al legislatore di disciplinare una materia, esprimendosi su una proposta di legge, per approvarla o respingerla.
Inoltre, lo svolgimento del referendum propositivo, sarebbe stato consentito solo su proposte di legge ordinaria (e quindi non anche sulle leggi costituzionali o di revisione costituzionale) e avrebbe avuto luogo solo in caso di proposte di iniziative popolare, con l’esclusione, quindi, delle proposte di iniziativa governativa, regionale e parlamentare.
La proposta di Renzi fu respinta, vedremo se quella dell’attuale Governo seguirà una sorte differente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA