Dal settembre 2017 Beppe Grillo non è ufficialmente più il capo politico del Movimento 5 Stelle: anche lontano dai riflettori, il comico però non ha mai abbandonato la sua creatura politica come dimostra la recente polemica con Alessandro Di Battista.
Beppe Grillo is back, ma questa volta non si tratta del suo spettacolo teatrale del 2010. Anche se ufficialmente il comico figura al momento soltanto come garante della associazione MoVimento 5 Stelle, in verità il suo peso si fa sempre sentire all’interno dei pentastellati.
Adesso però il momento particolare che sta vivendo la sua creatura ha richiesto un intervento diretto, il tutto secondo i maligni per osteggiare le velleità di Alessandro Di Battista che punta a diventare il prossimo capo politico del Movimento.
“Grillo ha stoppato Di Battista con un atteggiamento padronale; siccome il percorso lo ha già in testa lui, si deve fare come dice lui”. Questo è stato il commento di Gianluigi Paragone che, annunciando l’intenzione di dare vita a un suo partito, ha spiegato quello che secondo lui sarebbe il piano del fondatore dei 5 Stelle.
“ Grillo ha apparecchiato il percorso del Movimento in un’orbita di centrosinistra - ha sottolineato il senatore ex M5S - E vede in Conte l’uomo che può condurre questa metamorfosi finale, senza che nessuno gli dica che prima il Movimento predicava altro”.
Di fronte alla “minaccia” rappresentata da Di Battista, Grillo sembrerebbe essere pronto a riprendere le redini del Movimento per indicare quale dovrà essere la strada che i 5 Stelle, alla luce del nuovo scenario politico, dovranno cercare di intraprendere.
Il ritorno di Beppe Grillo
Beppe Grillo in fondo non ha mai abbandonato il suo Movimento 5 Stelle, ma il suo tweet sprezzante nei confronti di Alessandro Di Battista può essere considerato una anomalia nella strategia comunicativa intrapresa negli ultimi tempi dal comico.
Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavo di aver visto tutto...ma ecco l'assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film "Il giorno della marmotta".
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) June 14, 2020
Come tutti sanno, l’artista genovese insieme a Gianroberto Casaleggio partendo da un blog è riuscito a dare vita a un partito che, in pochissimi anni, è riuscito a prendere alle elezioni politiche del 2018 il 32,64%, diventando così il primo partito del Paese e andando al governo prima con la Lega e poi con il centrosinistra.
Se alle elezioni del 2013 Beppe Grillo risultava essere il capo politico del Movimento 5 Stelle, in quelle del 2018 è stato Luigi Di Maio la guida dei pentastellati, con il ministro che poi ha lasciato l’incarico lo scorso gennaio.
Il passaggio di mano è arrivato a fine settembre 2017, quando Di Maio tramite il voto su Rousseau è stato nominato nuovo capo politico, con lo statuto della nuova associazione nata poi a dicembre 2017 che non prevede per Grillo nessun incarico direttivo, ritagliandoli però il ruolo di garante.
Sempre in quel periodo, Beppe Grillo si è staccato ufficialmente dal Blog delle Stelle tornando a curare il proprio di spazio Beppegrillo.it. Con le mani maggiormente libere, il comico è così tornato a girare l’Italia con il suo spettacolo Insomnia.
Negli ultimi mesi raramente Grillo era entrato così a gamba tesa nel dibattito interno al Movimento, durante la nascita dei governi con la Lega e il centrosinistra si è limitato soltanto a dei brevi commenti, ma adesso con i pentastellati che a breve dovranno scegliere il loro nuovo capo politico, voci parlano di una sorta di piano per avvicinare sempre più i 5 Stelle al centrosinistra.
Beppe Grillo vorrebbe così blindare Giuseppe Conte visto che il premier potrebbe garantire la continuità dell’alleanza giallorossa, motivo per cui si sarebbe subito adoperato per stoppare il passo in avanti di Alessandro Di Battista che mai accetterebbe un connubio con i dem.
Anche se ufficialmente soltanto garante del Movimento, il sentore è che Grillo vuole mantenere l’ultima parola su quello che sarà il destino dei 5 Stelle, chiamati molto probabilmente a scegliere tra qualche mese se continuare ad andare soli contro tutti oppure, per cercare di contrastare in maniera più ficcante il centrodestra di Salvini, rendere organico il patto con il PD con il premier Conte ancora nelle vesti di frontman dei giallorossi.
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