In questo periodo di crisi anche lo stipendio di chi ha un lavoro può essere a rischio per colpa della crisi. Ecco cosa fare quando le aziende non pagano lo stipendio.
In un periodo di crisi come quello attuale la disoccupazione aumenta e le aziende sono in difficoltà. A volte anche chi ha un lavoro non può dormire sonni tranquilli.
Cosa fare quando le aziende non pagano lo stipendio? Ecco quattro consigli pratici.
Cosa posso fare se non mi pagano lo stipendio? La costituzione in mora del datore di lavoro
Primo consiglio per coloro ai quali le aziende non pagano lo stipendio è costituire in mora il debitore ovvero il datore di lavoro.
L’articolo 1219 del codice civile, infatti, recita:
"Il debitore è costituito in mora mediante intimazione o richiesta fatta per iscritto.
Non è necessaria la costituzione in mora:
1) quando il debito deriva da fatto illecito;
2) quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler eseguire l’obbligazione;
3) quando è scaduto il termine, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore.
Se il termine scade dopo la morte del debitore, gli eredi non sono costituiti in mora che mediante intimazione o richiesta fatta per iscritto, e decorsi otto giorni dall’intimazione o dalla richiesta".
Questa azione può essere svolta direttamente dal lavoratore quando questi abbia le necessarie competenze. In caso contrario, è possibile rivolgersi ad un’associazione sindacale oppure ad uno studio legale.
Cosa posso fare se non mi pagano lo stipendio? La conciliazione
Qualora la costituzione in mora, o intimazione al pagamento, non andasse a buon fine, allora è possibile tentare con il tentativo facoltativo di conciliazione.
La conciliazione può avvenire in due modi diversi:
- in sede sindacale;
- attraverso la direzione territoriale del lavoro (DTL).
In sede sindacale, il tentativo facoltativo di conciliazione verrà promosso dal rappresentante legale dell’associazione sindacale cui il lavoratore è iscritto o si è rivolto. Questi invierà al datore di lavoro una lettera con l’invito a risolvere la questione in via stragiudiziale. Nel caso in cui il tentativo vada a buon fine si dovrà redigere apposito verbale da depositare presso la DTL competente.
Il tentativo facoltativo di conciliazione può essere esperito anche attraverso appositi organismi di conciliazione. Anche in questo caso il raggiungimento dell’accordo deve essere verbalizzato e vale come titolo esecutivo nei confronti del datore di lavoro.
Cosa posso fare se non mi pagano lo stipendio? Rivolgersi al giudice
Qualora fosse intrapresa la strada della conciliazione, il lavoratore dovrebbe attenderne la conclusione per vedersi riconosciuto o meno il proprio diritto.
Qualora il tentativo facoltativo di conciliazione andasse a buon fine, il lavoratore avrebbe il verbale di conciliazione da utilizzare come titolo esecutivo per ottenere il pagamento dello stipendio.
In caso contrario, invece, il lavoratore potrebbe adire alle vie legali, rivolgendosi ad un giudice.
In quest’ultimo caso è possibile che si verifichino due ipotesi:
- ove l’azienda non rispettasse quanto stabilito nel verbale, il lavoratore potrà chiedere ad un avvocato di presentare ricorso per decreto ingiuntivo. Attraverso tale procedimento è possibile ottenere, da parte del giudice, un ordine di pagamento nei confronti del datore di lavoro, senza la necessità di instaurare una causa;
- Il datore, a questo punto, avrà 40 giorni dalla notifica del decreto per decidere se pagare o non pagare e presentare un’opposizione. In quest’ultimo caso, si aprirà un giudizio ordinario che, nonostante l’allungamento dei tempi,consentirà al lavoratore di ottenere, anche in pendenza di causa, il pagamento dello stipendio con una semplice richiesta di rendere provvisoriamente esecutivo il decreto ingiuntivo.
Cosa posso fare se non mi pagano lo stipendio? L’esecuzione forzata
Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo o vinta la causa, ove l’azienda non adempisse al pagamento, il lavoratore potrà richiedere:
- l’esecuzione forzata;
- il fallimento del datore di lavoro.
In quest’ultimo caso, il lavoratore attraverso la c.d. “insinuazione al passivo”, riceverà il pagamento degli ultimi 3 stipendi e del TFR da parte del Fondo di Garanzia INPS, mentre per i restanti crediti dovrà aggredire l’attivo patrimoniale dell’impresa (ovviamente nella speranza che l’azienda non lo abbia fatto sparire).
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