Una ricerca pubblicata su Science rivela che il 70% delle persone positive al Covid-19 non ha trasmesso il virus ad altri. Ecco come avviene il contagio.
La maggior parte dei positivi al Covid-19 non ha contagiato nessuno. Sembra assurdo, eppure è quanto emerge da uno studio sulle infezioni da Sars-Cov-2 pubblicato sulla rivista scientifica Science.
La ricerca è stata condotta dal Center for Disease Dynamics Economics and Policy negli stati indiani Andhra Pradesh e Tamil Nadu, su oltre mezzo milione di persone sottoposte a test.
Stando ai dati raccolti, solo l’8% degli individui infettati ha trasmesso il virus e causato il 60% delle nuove infezioni.
Il 70% dei positivi non ha diffuso il virus
L’articolo “Epidemiologia e dinamiche di trasmissione del COVID-19 in due stati indiani” apparso il 30 settembre su Science ha rivelato diversi aspetti della pandemia di Covid-19 in India.
Tamil Nadu e Andhra Pradesh si trovano nel sud del Paese e sono abitati da 127,8 milioni di persone, il 10% della popolazione totale in India. Si tratta degli stati indiani con l’assistenza sanitaria migliore, dove in risposta alla pandemia è stata avviata una rapida e rigorosa attività di sorveglianza della malattia e di contact tracing. Per comprendere la dinamica di trasmissione e l’incidenza della malattia, gli studiosi hanno quindi analizzato i dati raccolti da aprile fino al 1 agosto su 575.071 individui esposti a 84.965 casi confermati di Covid-19.
È emerso che nessuna infezione secondaria è stata collegata al 71% dei casi i cui contatti sono stati tracciati e testati.
I risultati dello studio
Lo studio ha quindi confermato, come altri studi precedenti, che un piccolo numero di persone è responsabile della stragrande maggioranza delle nuove infezioni.
Ha inoltre rilevato un’alta prevalenza di contagi tra i bambini che erano stati a contatto con positivi della loro età.
“Il rischio di trasmissione da un caso indice a un contatto ravvicinato varia dal 2,6% nella comunità al 9,0% in famiglia”, afferma lo studio. I contatti della stessa età sono associati al maggior rischio di infezione, e ciò vale anche per gli adulti.
Nei due stati presi in esame la mortalità è più alta nella fascia di età 40-69 anni; è dello 0,05% tra le persone nella fascia di età 5-17 anni e del 16,6% negli over 85. Stando ai dati, gli uomini avevano il 62% di probabilità in più di morire rispetto alle donne. Allo stesso modo, il 63% di coloro che sono morti soffrivano di altre patologie gravi, mentre il 36% aveva due o più comorbilità. Quasi il 45% dei deceduti era diabetico.
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