Uno studio pubblicato dal CDC rivela che i tassi di mortalità dei vaccinati per cause non derivanti dal Covid sono più bassi dei tassi dei non vaccinati.
Il CDC - Centers of Disease Control and Prevention -, principale agenzia federale americana, che ha il compito di controllare la sanità pubblica degli Stati Uniti, ha pubblicato uno studio in cui si afferma che le persone a cui è stato somministrato uno dei vaccini in commercio (Moderna, Pfizer, Janssen) registrerebbero tassi di mortalità più bassi non associati al Covid rispetto alla popolazione non vaccinata.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori, tra cui spicca l’autore principale Stanley Xu, membro del Kaiser Group, è stato effettuato su una coorte di 11 milioni di persone, di cui 6.4 milioni vaccinate.
Il metodo e i risultati dello studio
Per valutare il tasso di mortalità non associato al Covid 19 dopo la somministrazione del vaccino in un contesto di popolazione generale, lo studio ha preso in considerazione una coorte di circa 11 milioni di persone in un periodo di tempo che va da dicembre 2020 a luglio 2021.
Il campione è formato da 11 milioni di individui di cui 6.4 milioni di vaccinati e 4.6 milioni di persone non vaccinate. Per quanto riguarda la quota dei vaccinati, questa è stata suddivisa in base al tipo di vaccino inoculato:
- 3.5 milioni hanno ricevuto il vaccino Pfizer;
- 2.6 milioni hanno ricevuto Moderna;
- alle restanti 340 mila persone è stato somministrato Jansses.
Le caratteristiche tra il gruppo dei vaccinati e il gruppo di chi non ha ricevuto nessuna dose sono pressoché simili, sia in termini demografici che etnici.
Inoltre, sono stati utilizzati dei modelli di Poisson per calcolare gli aRR (adjusted relative risk) complessivi e gli IC (intervallo di confidenza) al 95 %, aggiustati in base all’età, sesso, etnia e provenienza.
Per esempio, per quanto riguarda il vaccino Pfizer, il tasso di mortalità non derivante da Covid per la quota di popolazione vaccinata Pfizer era di 0,41 su un intervallo di confidenza al 95 % = 0,38 - 0,44: si trovava nel range di sicurezza. Dopo la seconda dose il tasso di mortalità si abbassava a 0,34 questa volta su un intervallo di 0,33 - 0,36.
Per quanto riguarda il vaccino Janssen si è registrato un tasso di mortalità più elevato rispetto a Pfizer e Moderna, ma comunque minore rispetto ai non vaccinati.
Le conclusioni dello studio
In una coorte di 6,4 milioni di vaccinati contro il Covid-19 e 4,6 milioni di persone non vaccinate demograficamente simili, i destinatari dei vaccini Janssen, Pfizer, Moderna - complessivamente - avevano un rischio di mortalità non derivante da Covid-19 inferiore rispetto al gruppo dei non vaccinati.
Col tempo non si è registrato nessun aumento del rischio di mortalità, questi risultati rafforzerebbero il profilo di sicurezza dei vaccini contro il Coronavirus.
Per quanto riguarda il campione totale, le persone di un’età compresa tra i 12 ed i 17 anni, il rischio di mortalità non differiva tra chi ha ricevuto il vaccino e chi meno. Lo studio afferma che questo è un limite attuale dell’analisi effettuata.
Stanley Xu ha affermato alla CNN che in vista di questi risultati le persone possono considerarsi più sane dopo la somministrazione dei vaccini attualmente in commercio negli Stati Uniti.
Stanley ha tentato di spiegare che nonostante i continui studi nel settore, esistono ancora molte resistenze nel sottoporsi alla vaccinazione da parte della popolazione mondiale. La politicizzazione della scienza e la trasformazione di questa in uno show televisivo durante i mesi caldi della pandemia hanno contribuito a confondere chi già provava riserve nei confronti dei vaccini e delle case farmaceutiche.
I risultati di questo studio possono contribuire a chiarire le idee per quanto riguarda i vaccini.
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