Se i casi Covid-19 nel Lazio continueranno a salire, sarà possibile un lockdown a ridosso del Natale, ha detto l’assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato.
Se la curva dei contagi continuerà a salire nel Lazio ci sarà il lockdown. Non si tratta di un’indiscrezione, ma di un’ipotesi concreta, lanciata dalla stessa Regione Lazio. Qui attualmente la regione ha un indice Rt di 1,2, valore superiore alla soglia di 1, ritenuta “a rischio”, ma se la situazione dovesse peggiorare e compromettere la tenuta del sistema sanitario, Zingaretti si è detto pronto a firmare misure di contenimento del virus più rigide.
Covid, nel Lazio nuovo lockdown è possibile
L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato è d’accordo con il virologo Andrea Crisanti, sostenitore del temuto lockdown di Natale, utile per “resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing”.
Stando a quanto riferito da D’Amato ai microfoni del Messaggero, per Zingaretti un lockdown a ridosso del Natale è nell’ordine delle cose se la curva sale ancora. Sono ragionamenti di buon senso.
L’assessore si augura, comunque, che regole come l’obbligo di mascherina all’aperto a tutte le ore, misura tra l’altro adottata nel Lazio da prima dell’entrata in vigore in tutta Italia, producano gli effetti sperati. I prossimi 14 giorni saranno campali: se ci sarà o no un nuovo lockdown nel Lazio o verranno adottate restrizioni (chiusure di attività, coprifuohi) dipenderà dalla curva epidemiologica. “Se i casi diminuiranno”, continua D’Amato, “non ci sarà bisogno di ulteriori misure”.
Il nodo scuole
Per quanto riguarda le sorti della scuola, l’Ufficio scolastico regionale che risponde al Ministero dell’Istruzione starebbe valutando il ritorno alla Didattica a distanza per le scuole superiori se l’indice Rt sarà superiore a 2. Una decisione appoggiata da molti sindacati della scuola. In molte scuole la Dad è stata già riattivata, con diverse modalità.
“Al momento i contagi tra i banchi di scuola sono 400 e coinvolgono sia alunni che insegnanti e bidelli”, ha detto il direttore dell’Ufficio scolastico regionale.
Non ci troviamo di fronte a dati allarmanti: in base ai tracciamenti fatti, la maggior parte dei contagi è avvenuta fuori dalla scuola (feste, raduni a casa, uscite), ma anche il modo in cui si arriva a scuola deve essere oggetto di maggiori controlli e interventi mirati.
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