Covid, quali sono stati i settori più colpiti (e quelli meno)?

Pierandrea Ferrari

31 Maggio 2021 - 11:26

Oltre un anno di restrizioni anti-Covid, combinate a ristori insufficienti, ha messo a dura prova le Pmi italiane: ecco quali sono stati, secondo il report Confindustria-Cerved, i settori più colpiti (e quelli meno).

Covid, quali sono stati i settori più colpiti (e quelli meno)?

Quali sono stati i settori più colpiti dal Covid? E quali hanno retto all’urto, o persino beneficiato della crisi sanitaria?

A questo interrogativo, che richiama oltre un anno di restrizioni volte a frenare l’avanzata del virus, e che solleva anche le responsabilità cumulate degli esecutivi Conte II e Draghi per via dei ristori da maglia nera in Europa, ha risposto il tandem Confindustria-Cerved con il Rapporto regionale Pmi 2021, prendendo in considerazione la variazione percentuale dei ricavi tra il 2019 e il 2020.

Covid, quali sono stati i settori più colpiti?

A spiccare, tra le realtà economiche italiane che hanno registrato una riduzione dei ricavi in doppia cifra, ci sono quelle legate al segmento dell’organizzazione di fiere e convegni, -67,2% sul periodo pre-pandemia 2019, le agenzie di viaggi e i tour operator, -54,6%, e l’industria del trasporto aereo, -50,4%.

Nella classifica, a seguire, figurano altre Pmi che operano con i flussi turistici, pressoché azzerati dopo il break estivo: gli alberghi, -50,4%, i gestori di aeroporti, -49,6%, e le strutture ricettive extra-alberghiere, -46,2%.

I ristoranti, di cui il 40% è a rischio default entro l’anno secondo il report, hanno perso il 40,3% del fatturato, piazzandosi davanti all’industria cinematografica, -33,6%, ai gestori di parcheggi, -32,6%, e al ramo dell’informazione, della comunicazione e dell’intrattenimento, -31,9%.

Numeri che gettano ombre sui volumi occupazionali per i prossimi mesi, visto che le stime parlano per la fine del 2021 di 1,3 milioni di posti di lavoro in meno rispetto al 2019, cioè l’8,2% degli impiegati in Pmi, micro e grandi imprese.

Le Pmi favorite dalla pandemia

Il Covid-19 ha determinato una crisi senza precedenti per l’economia italiana, con conseguenze fortemente diversificate”, si legge nel report. Eccezioni, infatti, non mancano. Partendo dal commercio online, seppure in competizione con Amazon, che dalla scorsa primavera ha registrato un +19% alla voce ricavi.

Reggono anche la vendita di generi alimentari come la pasta, +9,5%, o il riso, +7,3%, le specialità farmaceutiche, +7,2%, la distribuzione alimentare moderna, +5,5%, la chimica e la farmaceutica, +4,8%, e i prodotti per la detergenza, +3%.

In territorio positivo, infine, anche la vendita di oli e grassi, +2,5%, di salumi, +2,2%, e l’ingrosso di prodotti farmaceutici e medicali, +2,1%.

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