Dopo il referendum in Grecia e la vittoria del NO, continuano le trattative per giungere ad un accordo tra Tsipras e Merkel. Cosa succederà? Alcuni dati del PEW rivelano che una soluzione potrebbe essere ancora lontana.
Oggi gli occhi del mondo sono puntati su Bruxelles. Il primo ministro tedesco Angela Merkel ha invitato il capo del governo greco Tsipras a presentare il suo piano per la ripresa della Grecia durante il vertice Europeo. Il clima si surriscalda. A causa della crisi in Grecia, infatti, il pericolo di dimissioni è forte per molti leader europei.
Si arriverà ad un accordo per scongiurare la Grexit?
Alcuni dati rilevati dal PEW Research Center mettono in evidenza i problemi che potrebbero emergere durante il summit. Ecco una breve analisi (traduzione libera da PEW Research Center).
Accordo Grecia post-referendum: le difficoltà
L’esito del referendum in Grecia riflette le differenze tra il Paese e il resto dell’UE e, soprattutto, indica come sia difficile per i greci credere all’Unione Europea. Ecco cosa è emerso da uno studio fatto dal PEW nel 2014:
- I Greci hanno una bassa stima dell’Unione Europea. Solo un terzo dei Greci infatti ha una visione positiva dell’UE. Di tutti gli intervistati, solo il 17% ha detto che l’integrazione economica in Europa è stata una buona idea. Questi dati suonano come un campanello d’allarme considerato il risultato del referendum che si è tenuto in Grecia domenica scorsa e che ha votato contro le misure di austerità proposte dall’UE;
- Fino all’85% dei greci crede che l’UE non capisca le esigenze dei propri cittadini. I Greci si sentono infatti abbandonati dall’UE e il 74% ritiene che essa non abbia fornito assistenza economica sufficiente ai paesi che, come la Grecia, hanno affrontato enormi problemi finanziari;
- I Greci sono contrari all’intromissione dell’Unione Europea nelle questioni nazionali. Otto Greci su dieci (86%) ritengono che l’UE sia troppo «invadente» e il 67% ritiene che questo interventismo sia inefficace;
- Il 71% dei greci è contrario a dare maggior potere decisionale all’UE per gestire i problemi economici europei;
- La diffidenza nei confronti dell’UE potrebbe non essere l’unico problema che la Merkel dovrà affrontare discutendo con i rappresentati ellenici al summit. I Greci hanno anche una visione di sé stessi che si scontra con l’opinione pubblica europea.
Su questo aspetto si inserisce uno studio del PEW svolto nel 2012. Il PEW ha chiesto a otto stati dell’UE quale paese tra loro ritenessero essere il più lavoratore. Sette paesi hanno risposto a favore della Germania, mentre la Grecia ha risposto... «beh, la Grecia». Questo dato risulta ancora più interessante se si considera che ben cinque paesi su otto hanno ritenuto che la Grecia fosse invece la meno lavoratrice.
Alla domanda su quale paese fosse il Paese più affidabile, tutti i paesi hanno risposto a favore della Germania, ad eccezione della Grecia che ha risposto…«beh, di nuovo Grecia». Non solo. I greci hanno votato la Germania come la meno affidabile fra i paesi europei. Il sondaggio ha ritenuto la Grecia la più inaffidabile dell’UE a pari con l’Italia, che ha aiutato il risultato votandosi contro da sola.
In controtendenza, malgrado la diffidenza nei confronti dell’UE, il 69% dei greci desidera mantenere la valuta dell’Euro e non tornare alla dracma. Questo spiegherebbe il motivo per cui, nonostante il referendum e i patti con la Russia, la Grecia si sia dimostrata restia ad abbandonare l’Eurozona totalmente.
Tuttavia, se consideriamo i dati emersi dallo studio e che la Germania si è votata come sia la più lavoratrice che la più affidabile, ci si può aspettare che questo summit non sarà una passeggiata. Le trattative tra la Merkel e Tsipras potrebbero protrarsi ancora per molto.
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