La crisi del Venezuela spiegata: ecco cosa sta succedendo davvero a Caracas
La crisi del Venezuela continua a tenere il mondo intero con il fiato sospeso.
Le ultime giornate sono risultate particolarmente impegnative per il Paese latinoamericano, ormai trascinato nel pieno di una crisi che, purtroppo, non è soltanto politica.
Qualche tempo fa il Governo di Nicolas Maduro ha dovuto fronteggiare una nuova minaccia targata Juan Guaidò, divenuto successivamente leader dell’opposizione autoproclamatosi Presidente del Venezuela. La crisi è peggiorata.
Alla progressiva radicalizzazione delle fazioni politiche si è accompagnato il deterioramento delle condizioni economiche già fragili. Il Paese è stato definitivamente messo in ginocchio.
Crisi Venezuela: cosa sta succedendo?
La crisi politica del Venezuela è peggiorata nel momento in cui, al culmine dell’esasperazione, Juan Guaidò si è autoproclamato presidente lanciando il guanto di sfida a Nicolas Maduro. Gli scontri esplosi negli ultimi giorni e il tentato colpo di Stato sono stati soltanto l’ultimo capitolo di una storia molto più complicata.
Per mostrare i muscoli all’intero Paese, Maduro ha annunciato l’organizzazione di una marcia militare per le strade di Caracas. Dal canto suo, invece, il leader dell’opposizione non ha lasciato trapelare segnali di cedimento.
“Stiamo combattendo per la nostra dignità, per il diritto all’esistenza della nostra Repubblica. Soldati della patria, è arrivata l’ora di combattere, di dare un esempio alla storia e al mondo. È il momento di dire che ci sono forze armate leali, coese, unite come mai prima per sconfiggere il tentativo di golpe. Davanti al mondo e davanti al popolo la nostra Fuerza Armada Nacional Bolivariana deve dare una storica lezione ai traditori golpisti”,
ha affermato Maduro in un vero e proprio appello all’esercito.
“Non ci fermeremo fino a quando non avremo completato la liberazione”,
ha invece dichiarato Guaidò dalla base militare di La Carlota, dove si è rifugiato per evitare l’arresto.
Le posizioni si sono progressivamente irrigidite e gli scontri sono esplosi. Soltanto ieri una ragazza di 27 anni ha perso la vita colpita da un proiettile durante le manifestazioni di piazza.
Un’economia distrutta
Mentre la crisi politica è diventata drammatica, le condizioni economiche del Venezuela sono peggiorate ancora. L’ultimo allarme in merito è stato lanciato dalla Banca Mondiale, secondo cui entro la fine dell’anno il PIL del Paese subirà una nuova, imponente battuta d’arresto.
“Il PIL reale si è contratto del 17,7% nel 2018 e probabilmente crollerà di un altro 25% nel 2019, cosa che implicherà una flessione complessiva del 60% dal 2013 ad oggi. ”
Il Venezuela siede su alcune delle più grandi riserve di petrolio del mondo intero. Eppure, ha continuato la World Bank, a pesare sull’economia non è stato solo il tracollo dei prezzi osservato negli ultimi anni, ma anche la malagestione dell’economia.
Hanno fatto il resto le politiche fortemente distorsive introdotte nel corso degli anni tra cui: il controllo dei prezzi sui prestiti diretti, l’aggiustamento fiscale disordinato e la monetizzazione del deficit del settore pubblico. Un mix letale di elementi che ha causato iperinflazione, svalutazione del bolivar, contrazione della produzione e crollo dei consumi.
Alla fine dell’anno corrente, ha continuato la Banca Mondiale, l’inflazione potrebbe schizzare su quota 10 milioni per cento.
Popolazione stremata
La crisi economica del Venezuela si è trasformata (già diverso tempo fa) in una vera e propria emergenza umanitaria. Nel 2017 la popolazione ha iniziato a lottare letteralmente per la propria sopravvivenza.
Con il passare del tempo è diventato sempre più difficile reperire beni di prima necessità tra cui cibo e medicinali. Il bolivar - la valuta nazionale - ha perso così tanto valore che i commercianti hanno smesso di contare le monete e hanno iniziato a pesarle.
Il Paese è finito sull’orlo del collasso, mentre anche le condizioni sociali sono peggiorate a vista d’occhio. Come ha fatto notare la stessa World Bank, la fame e le malattie si stanno diffondendo: mentre il tasso di povertà è ormai balzato al 90% (stime non ufficializzate dal Governo) quello di mortalità infantile è aumentato ancora (+30%).
“I crimini e le violenze sono saliti notevolmente. Il Venezuela è diventato il Paese con il più alto tasso di omicidi nella regione (89 crimini ogni 100.000 abitanti), un dato quasi tre volte superiore a quello dei paesi in guerra,”
si legge nel report dell’istituzione.
I casi di malaria sono aumentati a dismisura dai 36 mila del 2009 ai 414 mila del 2017. Per quel che riguarda il morbillo, invece, l’unico caso degli anni 2006-2015 si è confrontato con i 2.500 casi dal 2016 in poi. A mettere in ginocchio la popolazione sono state anche tubercolosi, colera, febbre dengue e numerose altre malattie.
“Il sistema sanitario del Venezuela è totalmente collassato”,
ha affermato Shannon Doocy, docente della Johns Hopkins.
A fine marzo sono giunti nel Paese aiuti umanitari per circa 650 mila persone. Un dato insignificante se paragonato ai 7 milioni di bisognosi.
Non è chiaro oggi in che modo il Venezuela uscirà dalla crisi. Per il momento la situazione appare ancora troppo drammatica e le lotte politiche attuali non faranno che esacerbare la situazione.
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