Il comparto automotive riceve cattive notizie: le vendite ad agosto sono scese del 18%. Bloomberg prevede un crollo annuale del 20% per il 2020.
Nuovo grande ostacolo per le case automobilistiche, già in difficoltà nel percorso di ripresa dal duro colpo inflitto dalla crisi del COVID-19, che lascia spazio alla possibilità che il 2020 si riveli essere peggiore del previsto.
Le nuove immatricolazioni di auto sono scese del 18% ad agosto - è il terzo mese consecutivo di discesa - secondo i dati appena pubblicati dall’Associazione europea dei costruttori di automobili. Le vendite a luglio erano diminuite solo del 3,7% rispetto a un anno fa.
Il nuovo crollo delle vendite fa tremare l’automotive
Il dato è stato peggiore rispetto alle attese degli analisti, espresse sulla base dei dati riportati dai cinque Paesi europei dove il mercato è più florido (rappresentano quasi i tre quarti delle vendite). La discesa appare ancor più sorprendente se si pensa all’aspettativa di un recupero veloce dopo mesi di blocco.
«Le vendite sono sulla buona strada per segnare un crollo di almeno il 20% nel 2020, e il calo potrebbe essere peggiore se la battuta d’arresto di agosto si tradurrà in un’indicazione che il rimbalzo della domanda di luglio è stato solo una ripresa di breve durata supportata dagli incentivi », spiega Michael Dean, analista di Bloomberg.
Le prospettive per il comparto auto
Nonostante gli incentivi governativi abbiano certamente aiutato la ripresa delle vendite di auto negli ultimi mesi, è opportuno considerare che il programma di rottamazione della Francia - che offriva un incentivo di 5.000 euro per l’acquisto di auto nuove - è scaduto alla fine di luglio. I picchi del tasso di contagio da coronavirus in Francia e Spagna rappresentano ora una nuova minaccia per l’automotive.
Le immatricolazioni di auto nuove in Europa sono diminuite di quasi un terzo quest’anno a quota 7,3 milioni. Le vendite hanno tenuto meglio negli Stati Uniti, mentre hanno già ripreso a crescere in Cina.
La cancelliera tedesca Angela Merkel non ha ceduto alle richieste da parte dell’industria automobilistica del Paese di ricevere maggiori aiuti di Stato, nonostante alcuni dei suoi ministri spingessero in tal senso.
Il crollo ha avuto un effetto fuori misura sui fornitori, che hanno visto crollare gli ordini per i loro componenti e subito pressioni affinché riducessero i prezzi. Continental AG, uno dei maggiori produttori di componenti automobilistici al mondo, ha dichiarato che questo mese taglierà 30.000 posti di lavoro, mentre la Schaeffler AG sta procedendo con il licenziamento di 4.000 dipendenti e con la chiusura o vendita di diversi stabilimenti.
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