Con i mercati spaventati dal rischio di recessione globale e dalla crisi sui mercati azionari, la Federal Reserve potrebbe essere costretta a dare il via ad un nuovo piano di quantitative easing (QE), il quarto dal 2008.
Le voci sul mercato sono passate rapidamente dal concentrarsi su quando la Federal Reserve avrebbe rialzato i tassi di interesse a quando - invece - tornerà ad offrire nuovi stimoli all’economia, mettendo in campo quello che sarebbe il quarto programma di quantitative easing all’interno dell’economia degli Stati Uniti, chiamato dalla stampa americana “QE4”.
Certo, nessuno crede ancora che la banca centrale degli Stati Uniti stia per iniziare a stampare di nuovo moneta nel breve termine. Tuttavia, di fronte ad un rallentamento dell’economia mondiale e ad un mercato statunitense che dipende dal facile accesso al credito grazie al costo del denaro a buon mercato, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che i rubinetti della liquidità della Federal Reserve si aprino ancora.
«La Fed non ha intenzione di alzare i tassi. Saranno vicino allo zero per sempre»,
commenta Peter Schiff, a capo della Euro Pacific Capital e uno dei critici più noti e controversi a Wall Street sulla politica monetaria della Federal Reserve.
«La Fed non ha finito con il QE, sta ancora iniziando. La Fed farà il QE4, QE5. E’ un processo senza fine.»
Il quantitative easing negli Stati Uniti è il programma di acquisto di bond che ha aggiunto circa 3.700 miliardi di dollari al bilancio della Fed dalla fine del 2008.
Tre ondate di QE hanno contribuito al rafforzamento del mercato azionario, con lo S&P 500 in rialzo di oltre il 190 per cento dai minimi di marzo 2009. Ma l’impatto sull’economia reale è stato meno tangibile.
In contemporanea all’esecuzione dei precedenti QE, la Fed ha mantenuto il tasso di interesse vicino allo zero, tenendo bassi i tassi di prestito e i costi di finanziamento per i circa 8mila miliardi di dollari in debito governativo raggiunti dopo la crisi finanziaria.
Data l’impossibilità di far scendere ancora i tassi di interesse e la preoccupazione dei mercati circa una recessione mondiale, un nuovo piano di quantitative easing potrebbe essere l’unico strumento della Federal Reserve per tutelare l’economia degli Stati Uniti.
«Non credo che la Fed rialzerà i tassi di interesse, perché non può farlo»,
ha detto Schiff.
«La gente in realtà crede alla ripresa degli Stati Uniti e nella retorica della Fed. La verità è che tutto è peggiorato. Tutto ciò che la Fed è riuscita a fare è alimentare ancora di più la bolla sui mercati.»
Nonostante sia improbabile che la Fed intraprenda una mossa del genere, i membri della banca centrale potrebbero iniziare a lasciare una serie di indizi in occasione dei prossimi discorsi pubblici.
La prima occasione in ordine di tempo è il simposio a Jackson Hole, che inizierà oggi e terminerà sabato 29 agosto.
Per ora, il focus del mercato rimane sulla tempistica per il rialzo dei tassi, e l’opinione che si fa sempre più condivisa è che il primo rialzo dei tassi da giugno 2006 non avverrà prima di gennaio 2016.
L’indicatore del CME FedWatch mostra una probabilità del 24 per cento per un rialzo a settembre e del 49 per cento nel mese di dicembre.
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