Il crollo del prezzo del petrolio può portare a un cambiamento decisivo nella ricerca di un futuro innovativo e sostenibile, incentivando anche l’economia nazionale, quella regionale e locale e quindi l’occupazione.
Stiamo assistendo al crollo del prezzo del petrolio che preoccupa numerose potenze mondiali.
La situazione di instabilità apre varchi di incertezze anche in quei settori energetici dominati da logiche che sembravano granitiche. Il futuro del greggio è incerto.
“Bisogna vedere cosa succede alla domanda, se ci sarà un ulteriore calo o se al contrario migliorerà. Dobbiamo ancora confrontarci con l’incertezza, riguardo al virus e al suo impatto”, ha detto Abdulaziz bin Salman, ministro dell’Energia saudita, rilasciando un commento sui possibili effetti dell’accordo Opec+.
“Lo shock subito dal mercato del greggio è storico, brutale, estremo e di portata planetaria”. Così ha ribadito l’Opec+, l’alleanza formale tra Opec e altri membri esterni, guidati dalla Russia, commentando gli effetti che i Paesi produttori di petrolio hanno subito a causa della crisi sanitaria globale e le difficoltà riscontrate nel rispondere al crollo della domanda che ha fatto scendere i prezzi del petrolio al livello più basso da 18 anni.
Gli accordi internazionali raggiunti recentemente per la riduzione della produzione hanno cercato di mitigare gli effetti di questo crollo, fronteggiando la caduta della domanda tramite un taglio di 9,7 milioni di barili al giorno, tra maggio e giugno, e riducendo l’output del 23% rispetto ai livelli dell’ottobre 2018. Ma l’accordo non ha convinto gli investitori.
A questo proposito l’Istituto Ihs Markit, la public company specializzata nella fornitura di dati finanziari ubicata in Gran Bretagna, ha registrato l’impatto che il coronavirus sta avendo sulla crescita della domanda energetica globale.
L’istituto prevede che il più grande mercato elettrico del mondo, la Cina, registrerà un calo della domanda del 3,1% nel 2020. In termini di “generatori” di energia, il carbone subirà un nuovo declino, ma anche il settore delle rinnovabili ne verrà influenzato. “Questo fenomeno” aggiunge l’istituto, “porterà a una maggiore concorrenza tra le tecnologie e gli impianti energetici: carbone, gas, nucleare e rinnovabili”. L’emergere del fenomeno concorrenziale tra prospettive energetiche può incentivare la diversificazione del settore, l’implementazione della ricerca scientifica e nuove prospettive legate alle rinnovabili.
Secondo i dati recentemente diffusi dal rapporto “Renewable capacity statistics 2020”, il settore delle rinnovabili ha infatti aggiunto 176 gigawatt (Gw) di capacità di generazione a livello globale nel 2019, registrando un significativo incremento. Ma il dato veramente interessante è che le energie rinnovabili hanno costituito il 72% dell’espansione energetica totale registrata nel 2019. Anche nel settore energetico la tecnologia sta cambiando moltissimo il nostro Paese come d’altronde possiamo notare dal punto sociologico e antropologico.
Nonostante l’emergere delle nuove visioni energetiche, l’Italia ancora non riesce ad intraprendere un vero percorso di innovazione energetica.
Il Digital economy e social index della Commissione europea ci vede a malapena 24esimi tra gli Stati membri. L’energia sostenibile rimanda a un tipo di produzione e di utilizzo dell’energia che ha a che vedere con lo sviluppo sostenibile, il cui obiettivo cardine è dato dal non danneggiare l’ambiente e l’implementazione di tale settore può avvenire solo sostenendo un processo tecnologico e innovativo.
Il Green New Deal europeo punta a decarbonizzare il settore energetico di tutto il continente, a ristrutturare gli edifici, a sostenere l’industria in un processo di economia verde e a rendere il sistema dei trasporti «green».
Tutti gli Stati dell’Unione Europa riceveranno un pacchetto di aiuti finanziari per mettere in moto la transizione: gli investimenti totali si aggirano attorno ai 1.000 miliardi di euro in dieci anni. Saranno, inoltre, attivati diversi fondi, necessari agli Stati membri, per iniziare la riconversione economica, produttiva e del mondo del lavoro.
Una innovazione sostenibile che parte dalle città, poiché le smart grid sono collegate alle smart city, dato che le reti intelligenti saranno parti integranti di città capaci di rispondere in maniera rapida ed efficace alle esigenze energetiche dei cittadini. Le smart grid rappresentano un insieme di reti elettriche e di tecnologie che, grazie allo scambio reciproco d’informazioni, permettono di gestire e monitorare la distribuzione di energia elettrica da tutte le fonti di produzione e soddisfare le diverse richieste di elettricità dei cittadini collegati, una produzione e un consumo più efficiente, razionale e sicuro.
Il numero di impianti eolici, solari e idroelettrici costruiti nel mondo cresce sempre più rapidamente, perché l’energia solare, in particolare, è una fonte di energia davvero rinnovabile e alternativa e grazie alle nuove tecnologie oggi è possibile massimizzare le quantità di energia prodotta. Insieme a quest’obiettivo, però, rimane quello di migliorare l’efficienza degli impianti perché siano anch’essi sempre più sostenibili per il territorio. Tali impianti necessitano di grandi superfici di terreno per l’installazione dei pannelli, con tutto quel che consegue in termini di impatto ecologico e ambientale, ma l’innovazione tecnologica sta intervenendo anche su tale aspetto, generando sistemi sempre più efficaci e meno invasivi.
I governi possono realizzare un cambiamento decisivo nella ricerca di un futuro innovativo, sostenibile, sano, inclusivo, giusto e incentivando anche l’economia nazionale, quella regionale e locale e quindi l’occupazione giovanile e la diffusione delle giovani start-up.
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