DEF, l’Italia trema: abbattute le stime sul PIL allo 0,1%

C. G.

04/04/2019

Nel DEF l’Italia ha stroncato le stime di crescita dall’1% allo 0,1%: le indiscrezioni che fanno tremare

DEF, l’Italia trema: abbattute le stime sul PIL allo 0,1%

Nel DEF in dirittura d’arrivo l’Italia ha drasticamente rivisto al ribasso le stime sul PIL del 2019.

Un’indiscrezione, questa, rimbalzata sulle prime pagine dei quotidiani nazionali e internazionali, che ha riacceso i fari sull’attuale stato dell’economia italiana. Già ieri alcune testate avevano parlato di una revisione allo 0,3%, massimo 0,4% delle previsioni. Oggi, però, le voci sembrano peggiorate ancora.

Nello specifico, hanno continuato i rumor, il PIL 2019 dell’Italia non crescerà dell’1%, come inizialmente previsto: l’economia avanzerà di un più modesto 0,1%; una revisione drastica di 0,9 punti percentuali che, una volta inserita nel DEF, complicherà non poco l’attività del Governo.

DEF Italia: possibile revisione stime PIL pesa sui mercati

Stando a quanto riportato da Bloomberg, sono stati due funzionari a conoscenza della materia a fare luce sulla revisione delle stime di crescita che verrà inserita nel Documento di Economia e Finanza - che a sua volta dovrà essere approvato entro e non oltre il termine del 10 aprile.

Il taglio delle previsioni sul PIL dell’Italia (non ancora confermato) è risultato drastico: il deterioramento dell’economia (entrata ufficialmente in recessione tecnica nel quarto trimestre del 2018) ha imposto nuove considerazioni e ha messo in luce l’eccessivo ottimismo delle iniziali previsioni di crescita all’1%.

La Borsa Italiana e il cambio euro dollaro hanno imboccato la via del rialzo non appena le indiscrezioni sul nuovo DEF sono iniziate a circolare. Al momento in cui si scrive, il FTSE MIB sta scambiando con un rosso dello 0,3%, mentre l’EUR/USD sta perdendo lo 0,2%.

La revisione delle stime sul PIL del 2019 metterà i bastoni fra le ruote al Governo, che dovrà lottare ancora una volta per risollevare le sorti dell’economia italiana. La stagnazione probabilmente ufficializzata dal DEF renderà ancora più difficile il controllo della situazione fiscale.

Quali conseguenze?

Il taglio delle previsioni di crescita potrebbe riaccendere il dibattito tra Roma e Buxelles. Lo scorso anno, in occasione dell’approvazione della manovra di bilancio, le due parti hanno dato il via a un lungo braccio di ferro che si è concluso con l’approvazione di un deficit/PIL al 2,04%.

Una crescita (ossia un Prodotto Interno Lordo) inferiore alle attese potrebbe far schizzare il rapporto ben oltre i livelli concordati con l’Europa. Secondo le stime della Commissione Ue la misura potrebbe salire già al 2,3% o anche al 2,4%.

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