Dap significa Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e ha il compito di garantire ordine e sicurezza all’interno delle carceri. Se ne sente parlare spesso dopo lo scontro Bonafede-Di Matteo. Vediamo a cosa serve e come funziona.
Il termine Dap, era sconosciuto ai più fino a qualche settimana fa, quando si è diffusa la notizia della scarcerazione di 376 boss mafiosi e dopo lo scontro in diretta Tv tra il Ministro della Giustizia Bonafede e il pm Nino di Matteo.
Con il termine Dap si indica il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, uno dei quattro pilastri dell’amministrazione della giustizia del nostro Paese. Da esso, infatti, dipende direttamente il corpo della Polizia penitenziaria.
Il Dap è stato istituito con la legge 395/1990 e si occupa, in breve, delle questioni seguenti:
- la gestione amministrativa del personale impiegato e dei beni dell’amministrazione penitenziaria su tutto il territorio italiano;
- l’esecuzione delle misure cautelari, delle pene e delle misure di sicurezza detentive;
- garantisce le leggi vigenti sul trattamento dei detenuti (anche dal punto di vista della tutela sanitaria).
Essere a capo del Dap, dunque, è un incarico delicato e della massima importanza. In questo articolo spiegheremo come funziona il Dap, compiti e competenze e come è organizzato.
Dap: come funziona e come si organizza il Dipartimento di amministrazione penitenziaria
A causa del coronavirus e della possibilità di riscontrare gravi ripercussioni alla salute più di 300 boss mafiosi sono stati trasferiti ai domiciliari. Notizia che, come era prevedibile, ha scatenato un acceso dibattito, al centro del quale c’è il Dap.
Questo “ente” infatti oltre a dover assicurare ordine e sicurezza negli istituti penitenziari, esegue le misure cautelari di custodia in carcere, le misure di sicurezza e quelle alternative alla detenzione (come appunto la detenzione domiciliare). In altre parole, provvedere ad attuare la rimodulazione delle pene dei condannati e altri “benefici”, dovuti ad esempio a ragioni di salute.
Tale dipartimento ha un ruolo di primo piano anche nel coordinamento tecnico-operativo delle risorse umane impiegate nell’Amministrazione penitenziaria, quindi dei corpi di polizia interni.
Il Dap si articola in maniera capillare sul territorio dello Stivale attraverso provveditorati regionali quali hanno il compito di amministrare gli istituti di competenza. I provveditorati regionali sono i seguenti:
- Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta
- Veneto-Friuli VG-Trentino AA
- Lombardia
- Emilia Romagna-Marche
- Toscana-Umbria
- Lazio-Abruzzo-Molise
- Campania
- Puglia-Basilicata
- Calabria
- Sicilia
- Sardegna
Chi è e come viene scelto il capo del Dap
Solitamente il capo del Dipartimento viene scelto tra le più alte cariche della magistratura, in particolare quelle che si sono distinte per l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata.
La nomina proviene dal Ministro della Giustizia e chi viene incaricato beneficia delle indennità previste per il Capo della Polizia, il Comandante generale dei Carabinieri ed il Comandante generale della Guardia di finanza. Inoltre il capo del Dap entra a far parte del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, organo ausiliario esterno di consulenza del Ministero dell’Interno in materia di sicurezza e ordine pubblico.
Attualmente a capo del Dap c’è il magistrato antimafia Bernardo Petralia (procuratore generale di Reggio Calabria).
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