Il presidente russo ha annunciato che da venerdì 1° aprile il gas russo i paesi ostili dovranno pagarlo in rubli pena interruzione dei contratti. Ma sarà davvero così?
Uno dei rapporti commerciali che tiene per forza di cose legata la Russia con l’Europa riguarda la fornitura di gas. Gli Stati europei, Italia compresa, non possono al momento fare a meno di approvvigionarsi a livello energetico dai giacimenti russi.
L’obiettivo a lungo termine è quelli di divincolarsi da tali approvvigionamenti ma serviranno anni prima dell’addio definitivo. Così Vladimir Putin sa benissimo che può usare l’arma del gas nei confronti dei paesi ritenuti ostili dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
Ed oggi ha annunciato la firma sul nuovo decreto che sancisce le nuove regole per la fornitura e soprattutto i pagamenti di gas.
Putin ha annunciato che il pagamento dovrà avvenire esclusivamente in rubli pena l’interruzione dei contratti. Vediamo cosa c’è di vero nelle sue parole e se davvero l’Europa rischia di restare senza gas.
Le parole di Putin dopo la firma sul decreto
Vladimir Putin è tornato a parlare oggi in un discorso trasmesso in televisione. Il presidente russo ha annunciato la firma su un decreto che stabilisce il pagamento in rubli del gas ai paesi ostili a partire dal 1° aprile.
Putin ha invitato i paesi ad aprire conti in rubli nelle banche russe e da questi conti poi effettuare i pagamenti per la fornitura di gas.
Il presidente ha ribadito che da aprile «i contratti esistenti per la fornitura di gas saranno interrotti se gli acquirenti provenienti da paesi ostili non adempiranno ai nuovi termini di pagamento».
Non ha fatto mancare nemmeno un attacco agli Stati Uniti. Secondo il capo del Cremlino gli Usa stanno cercando di spingere i paesi europei a comprare gas da loro che è più caro.
«La guerra economica contro la Russia è iniziata non con la guerra ma era stata già decisa da molti anni. L’Occidente troverà sempre nuovi motivi per imporre sanzioni» - ha detto.
Davvero Putin vuole chiudere il gas? Il decreto è meno duro di quel che sembra
Dal testo del decreto pubblicato dai media russi il quadro che emerge sarebbe meno allarmante di quello svelato pubblicamente da Putin. Il presidente russo ha ribadito che gli europei dovranno aprire un conto in rubli presso una banca russa.
Vero, ma potranno continuare a versare in euro o dollari. Sarà poi la banca russa Gazprombank a convertire la valuta estera in rubli trasferendoli su un altro conto.
Inoltre nel decreto è prevista anche la possibilità che alcuni pagamenti di gas da parte di compratori stranieri possano non essere effettuati in rubli. In questi casi però sarà necessaria un’autorizzazione che verrà emessa dalla Commissione governativa russa.
Cosa potrebbe succedere in Italia se Putin stoppasse la fornitura di gas
L’Italia è molto legata alla Russia da un punto di vista di approvvigionamento energetico. Ogni anno importiamo 29 miliardi di metri cubi di gas, pari a circa il 38% del fabbisogno.
Se effettivamente il pagamento non avvenisse in rubli e Putin decidesse di interrompere la fornitura, che conseguenze potrebbero esserci in Italia?
Sul breve termine non ci sarebbe nessuna conseguenza sostanziale considerato che stiamo andando verso l’estate dove il consumo di gas è decisamente inferiore. Qualche problema potrebbe iniziare a verificarsi il prossimo inverno.
Il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato che nei mesi invernali potrebbe diventare complesso assicurare tutte le forniture. In caso di emergenza potrebbero essere adottate misure di razionamento del gas ad esempio nel settore industriale.
Oppure potrebbe essere imposta la riduzione di qualche grado nel riscaldamento domestico e degli uffici. Per trovare una valida alternativa al gas russo potrebbero volerci anche 3 anni.
Il governo è al lavoro per cercare di concludere accordi con altri paesi come Qatar, Algeria, Angola e Congo per aumentare la fornitura e ridurre gradualmente la dipendenza dalla Russia,
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