Con il Decreto Rilancio cambia anche il codice della strada, la città avrà una nuova pelle e sarà orientata verso la sostenibilità.
Il codice della strada cambia con il Decreto Rilancio, l’emergenza coronavirus porterà le città verso una transizione sostenibile.
L’obiettivo è quello di diffondere l’utilizzo di mezzi alternativi e ‘puliti’, come ad esempio le biciclette, sulle quali la scelta dei cittadini sta ricadendo sempre più anche grazie al bonus messo a disposizione dal Governo.
Anche per questo la mobilità è stata ripensata attraverso corsie ciclabili e le cosiddette ‘case avanzate’, due strumenti che in Europa hanno avuto buona fortuna e a cui l’Italia vorrebbe dare una chance.
Decreto Rilancio: le novità introdotte al codice della strada
Da qualche ora il Decreto Rilancio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Tra gli articoli presenti, uno in particolare andrà a modificare anche il codice della strada. L’emergenza coronavirus sta dando una grossa spinta alla mobilità alternativa e sta portando sempre più persone a utilizzare mezzi diversi dall’auto. Un grosso contributo alla transizione sarà dato anche dall’introduzione del bonus bici (o bonus mobilità).
In particolare il comma 3 dell’articolo 232 introduce delle novità in merito alla realizzazione delle strade, novità di cui beneficeranno soprattutto i ciclisti. Si sta cercando di replicare quanto già fatto in Europa in questi anni attraverso due soluzioni che si sono rivelate particolarmente efficaci: la corsia ciclabile e la ‘casa avanzata’. Molte città italiane, da Milano a Roma passando per Firenze e Genova, si stanno già attrezzate da tempo ma la regolarizzazione di questi strumenti potrebbe incoraggiare ancor di più iniziative del genere.
Corsia ciclabile e ‘casa avanzata’: come funzionano
I due strumenti su cui il Governo punta molto per promuovere la mobilità sostenibile sono la corsia ciclabile e la ‘casa avanzata’, entrambi inseriti nel nuovo Decreto Rilancio. La prima era già state introdotte in un decreto ministeriale del 2000, viene ridefinita così:
“Una parte longitudinale della carreggiata, posta a destra, delimitata mediante una striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede”.
Inizialmente l’idea dell’esecutivo era quella di inserire tra i veicoli permessi anche i motocicli, smorzando gli entusiasmi dei tanti che utilizzano le bici per spostarsi in città. Un’ipotesi controversa che fortunatamente è stata poi accantonata nel documento finale, dove vengono fatti rientrare tra i mezzi consentiti solamente biciclette e simili.
I dubbi sulla sicurezza rimangono e sono legati soprattutto alla mancanza di barriere di protezione o ai parcheggi irregolari dei veicoli sul tracciato. Per molti però oltre a essere una soluzione economica e realizzabile in tempi brevi contribuiscono a rendere ancora più visibile il ciclista agli occhi degli automobilisti o dei motociclisti.
Per quanto riguarda invece la ‘casa avanzata’, questa la definizione contenuta nel decreto:
“Una linea di arresto per le biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli. Dev’essere posta a una distanza pari almeno a 3 metri rispetto alla linea di arresto stabilita per il flusso veicolare”.
In parole povere i ciclisti potranno usufruire di una corsia per superare le auto in coda a un semaforo o a un incrocio (lì dove secondo la Commissione europea si verifica un omicidio stradale su cinque), così da potersi posizionare davanti alle stesse, respirando meno smog e diventando molto più visibili.
È chiaro che si tratta di strumenti che devono essere funzionale all’ambiente in cui viene introdotto e che devono integrarsi efficacemente con la realtà circostante, altrimenti potrebbero diventare solamente controproducenti.
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