Gli scenari della guerra in Ucraina: le similitudini con l’operazione Desert Storm condotta dagli Usa nel 1991 contro l’Iraq. Il precedente che spiega la guerra scoppiata nell’Est Europa.
L’azione russa in Ucraina è partita e i paragoni chiave da tenere a mente sono due: l’operazione della Nato in Jugoslavia nel 1999 ma soprattutto Desert Storm, l’attacco americano all’Iraq di Saddam Hussein che aprì la Guerra del Golfo nel 1991. In entrambi i casi, un’offensiva occidentale per tutelare un territorio periferico (il Kuwait occupato dall’Iraq nel 1991, il Kosovo in rotta con la Jugoslavia nel 1999) portò a un attacco su larga scala al Paese nemico. In questo caso Vladimir Putin muove dal cielo e da terra.
Bombardamenti preventivi su larga scala, attacchi missilistici, operazioni a tutto campo. Le forze armate russe stanno muovendosi ben oltre il perimetro delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk recentemente riconosciute. L’epicentro delle operazioni sono Kiev, la capitale, e soprattutto Kharkiv, retroterra del Donbass ucraino. Il grande centro dell’Est dell’Ucraina è l’obiettivo strategico numero uno, in quanto naturale proseguimento del Donbass russofilo e cuscinetto strategico in cui Mosca può pensare di incunearsi.
La “Desert Storm” russa in Ucraina ha in Kharkiv, prima ancora che in Kiev, la sua Baghdad, il centro nevralgico da mettere a terra per fermare le operazioni ucraine di consolidamento della posizione dell’esercito ai confini con il Donbass conteso. Non a caso diversi video mostrano attacchi a depositi di armi, incendi, raid aerei, basi aeree sotto attacco.
Per Analisi Difesa Mosca vuole “ampliare il controllo territoriale a Mariupol (sul Mare d’Azov) e forse ad altre aree di confine per costituire una continuità geografica tra il Donbass e la Crimea” Per Rob Lee, invece, parliamo del peggior scenario possibile. La nostra valutazione è che le giornate dell’avanzata saranno decisive per capire la portata dell’azione russa e soprattutto le capacità di reazione di Kiev.
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