Luigi Di Maio dichiara di non voler tornare a fare il capo politico, mentre Di Battista scalpita per diventare il nuovo leader: cosa sta succedendo all’interno del Movimento 5 Stelle?
Nel panorama politico italiano sono in molti a interrogarsi su chi sarà il prossimo leader del Movimento 5 Stelle. Il ruolo di capo politico, lasciato da Luigi Di Maio lo scorso gennaio, non è stato ancora riassegnato ed è attualmente in corso la reggenza di Vito Crimi, ritenuta però una figura troppo “debole” per guidare ancora a lungo i pentastellati.
Chi starebbe scalpitando per ricoprire questa carica è Alessandro Di Battista, il quale però sarebbe pronto a ridiscutere l’alleanza con il Partito Democratico sia in chiave di governo che di elezioni, mettendo così a rischio il Conte Bis.
Anche se ancora non è stata indicata una data precisa per gli Stati Generali, che il Movimento dovrebbe convocare in teoria in autunno per ridefinire la propria struttura di comando, i media nazionali si chiedono se ci sarà un ritorno di Di Maio alla testa del M5S oppure, gli iscritti e i dirigenti, si affideranno alle posizioni più radicali di Di Battista.
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Di Maio: “Non torno a fare il capo politico”
Il ministro degli Esteri di recente ha espresso ai microfoni di Rtl la sua posizione su una possibile nuova candidatura ai vertici dei 5 Stelle: “Non sto pensando di tornare a fare il capo politico, ma serve una leadership forte”.
Inoltre, Di Maio ha aggiunto che si aspetta un organo collegiale per gestire le strategie del Movimento, con la possibilità che si ritorni al Direttorio già sperimentato durante la scorsa legislatura.
“Quando mi sono dimesso a gennaio - ha affermato di Maio - ho detto che speravo che le responsabilità potessero ricadere sulle spalle di più soggetti, perché se la leadership è di uno solo gli altri si deresponsabilizzano”.
Di Battista tra l’appoggio di Casaleggio e il veto di Grillo
Una visione contraria da quella di Dibba, il quale aspirerebbe a diventare l’unico leader per risollevare le percentuali di voto del M5S, come fece Salvini quando prese una Lega ridotta al 3%.
Un progetto che sarebbe appoggiato anche da Davide Casaleggio, che negli ultimi tempi ha visto mettere in discussione il finanziamento della sua piattaforma Rousseau da parte dei parlamentari, ma che vede contrario Beppe Grillo.
Tra gli altri nomi che si fanno attualmente per rivestire tale ruolo spuntano anche quelli di Paola Taverna e Chiara Appendino, mentre appare più defilato il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli.
Il sogno di molti attivisti sarebbe però quello di vedere Giuseppe Conte come capo politico, con il quale, come rilevato da alcuni sondaggi, il Movimento 5 Stelle potrebbe risalire tra il 20 e il 30%.
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