È reato e si rischiano conseguenze penali a dichiarare informazioni false nel modulo di autocertificazione da consegnare a Polizia e Carabinieri. Nel peggiore dei casi c’è il carcere fino a 6 anni.
Quali sono i rischi di dichiarare informazioni false e dati (volontariamente) inesatti nell’autocertificazione per gli spostamenti?
Le conseguenze sono ben più gravi della semplice multa, dato che si tratta di un reato vero e proprio, dal quale può derivare la denuncia per Falso in attestazione e la condanna da 1 a 6 anni in carcere, in base alla gravità del fatto commesso.
Il motivo è semplice: quando un cittadino consegna l’autocertificazione, compilata e firmata, alle Forze dell’ordine, si assume la responsabilità civile e penale delle informazioni rese; per questo nome e cognome, indirizzo di residenza/domicilio e motivi che giustificano lo spostamento devono essere veri.
In caso contrario, scatta la disciplina prevista dall’articolo 495 del Codice penale.
Falsificare l’autocertificazione, cosa rischio?
L’autocertificazione serve per giustificare uno spostamento che, secondo decreti legge e Dpcm, non sarebbe consentito.
Il modulo e i motivi che giustificano gli spostamenti sono gli stessi della prima ondata e lo sono anche le conseguenze per chi dichiara il falso. Esempi tipici di “falsa dichiarazione” sono motivi di lavoro o di salute inesistenti, indirizzo di residenza non veritiero, nome e cognome inventati, e così via.
Questi sono comportamenti molto gravi e puniti dalla legge con particolare rigore. Chi dichiara il falso rischia:
- la sanzione amministrativa per violazione delle misure anti-Covid (la multa da 400 a 1000 euro);
- le ben più gravi conseguenze penali: la denuncia per Falsa attestazione e dichiarazioni mendaci (ex articolo 495 del Codice penale), condotta punita con la reclusione da 1 a 6 anni.
Autocertificazione falsa, come avvengono i controlli?
Il modulo di autocertificazione deve essere consegnato alle Forze dell’ordine durante i controlli a campione, e chi non ne è munito può richiederlo direttamente agli agenti e compilarlo in loco.
In genere il controllo sulla veridicità delle informazioni rese non avviene al momento ma dopo qualche giorno o settimana, a meno che non ci siano sospetti evidenti che la persona fermata abbia violato il coprifuoco o il divieto di spostamento senza motivo.
La verifica delle informazioni può avvenire chiamando il datore di lavoro, le strutture sanitarie o incrociando gli indirizzi di provenienza e destinazione scritti sul modulo.
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Che succede se non ho l’autocertificazione?
Si può correggere un errore nell’autocertificazione?
Chi consegna l’autodichiarazione con informazioni errate (volontariamente o per distrazione) deve provvedere immediatamente a correggere quanto scritto con una nuova dichiarazione da sostituire alla precedente. Questa deve essere espressamente identificata come sostitutiva rispetto all’autocertificazione appena consegnata.
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