Direct lending: cos’è, a cosa serve e come funziona

Massimiliano Carrà

12/06/2019

Direct lending: ecco cos’è, a cosa serve e come funziona la nuova forma di prestito che permette alle aziende di evitare l’intermediazione bancaria

Direct lending: cos’è, a cosa serve e come funziona

Se prima per ottenere un prestito bisognava rivolgersi a una banca, adesso non è più così. Viste le difficoltà riscontrate e le tempistiche spesso troppo lunghe, è arrivato in soccorso delle imprese un nuovo modo per ottenere un prestito: il direct lending.

Esso infatti permette alle aziende di ottenere un prestito, e quindi delle risorse economiche, direttamente da altre imprese, evitando così l’intermediazione bancaria.

Il direct lending è solo uno degli ultimi metodi innovativi realizzati per le aziende. Oltre ad esso infatti si sono affiancati due tipi di campagne di crowdfunding: l’equity e il lending crowdfunding.

Entrambi infatti seppur con delle notevoli differenze possono essere considerati delle nuove forme di prestito che evitano alle aziende di rivolgersi all’intermediazione bancaria.

Direct lending: cos’è

Il direct lending quindi è un prestito che viene elargito ad un’impresa da parte di un’altra azienda. Va ricordato che questo nuovo metodo è nato in seguito alla al D.L. 18/2016. Prima infatti l’esercizio del credito era solo appannaggio delle banche.

Ovviamente il direct lending in pochi anni ha avuto un notevole successo. Secondo infatti le ultime ricerche, è infatti un fenomeno che continuerà a crescere in modo esponenziale.

La nuova normativa ha quindi permesso di dar vita a nuovi fondi non bancari per concedere prestiti, ossia i cosiddetti FIA, fondi di investimento alternativi, che possono essere sia italiani che europei.

Ovviamente anche per il direct lending è previsto un meccanismo di sorveglianza e controllo. Esso è affidato dalla Banca d’Italia e dalla CONSOB. La prima vigila principalmente sulla sana e prudente gestione, la seconda invece sulle correttezza e trasparenza dei comportamenti.

Inoltre è proprio la Banca d’Italia a rilasciare, entro 60 giorni dalla richiesta, l’autorizzazione a prestare il credito. Ovviamente, il direct lending deve anche rispettare gli obblighi informativi del TUF e l’applicazione delle norme relative alla centrale dei rischi gestita da Banca d’Italia.

Come funziona il direct lending

Il procedimento per ottenere un prestito tramite il direct lending è abbastanza simile a quello tradizionale che si esegue quando ci si rivolge all’intermediazione di una banca.

L’impresa che vuole ottenere un prestito deve infatti solamente provvedere alla presentazione di una domanda di richiesta e successivamente aspettare le verifiche del caso.

La domanda infatti viene vagliata da degli esperti che valuteranno:

  • la solidità dell’impresa;
  • la richiesta di risorse;
  • la governance societaria;
  • la prospettiva di crescita.

Dopo quindi aver valutato la sostenibilità finanziaria del progetto di credito e tutte queste ipotesi soprascritte, potrà essere stipulato il contratto di prestito a condizioni e interessi stabiliti.

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