Dollaro e indici azionari americani all’interno di forti trend, ma in direzioni opposte.
La settimana appena trascorsa nei mercati azionari e valutari è stata caratterizzata dall’intervento della presidente della Federal Reserve Janet Yellen nella riunione di mercoledì scorso.
Con la conferenza stampa la Yellen ha abbassato i toni, correggendo al ribasso le stime del precedente meeting in termini di PIL e offrendo scenari di politica monetaria più cauti, diminuendo il numero di rialzi previsti nei tassi di interesse.
Vediamo le reazioni che il mercato ha avuto dopo questo intervento e tracciamo un possibile scenario futuro.
Dollaro debole dopo la Fed, festeggia Wall Street
I mercati reagiscono alle nuove prospettive poste dalla Fed.
Le valute si muovono in maniera decisa contro il dollaro. Come osservabile dalla risalita dell’euro sul cambio EUR/USD e dalle prospettive critiche incontrate da USD/JPY.
Il deprezzamento della moneta statunitense è stato evidente e le conseguenze non si sono limitate al Forex.
Nell’azionario statunitense le società che hanno tratto benefici dalla debolezza del dollaro sono state soprannominate le “weak dollar winners” dalla stampa USA. Si parla in particolare di un rally del settore energetico, industriale e della produzione di materiali, con società come la Freeport, la Devon Energy e la Caterpillar che hanno visto i propri listini salire fino ad un +7% nella giornata di ieri.
Gli indici Dow Jones e S&P500 vengono anche loro da una due giorni di importanti rialzi, così come il mercato delle commodity e la quotazione del petrolio che ha raggiunto i massimi del 2016, proiettato ancor più a rialzo dall’indebolimento della valuta americana.
Andamenti del Dow Jones e dell’indice del dollaro: analisi tecnica
Vediamo nello specifico l’andamento relativo a quest’anno dell’indice Dow Jones:
Il forte trend rialzista iniziato verso metà febbraio si è sempre mantenuto sopra tutte le medie mobili e prossimo alla banda superiore di Bollinger. Lo sprint di questi ultimi giorni, come sottolineato, non ha fatto altro che accentuare il rialzo.
Durante l’odierna sessione di Wall Street l’indice si è avvicinato a quota 17.590 punti base, affacciandosi fuori dalle bande di Bollinger raggiungendo i massimi di fine 2015.
La forza di questo trend rialzista sembra mirare ad un test della prossima area di accumulazione, nei pressi di quota 17.800, dove l’indice si è mosso nel corso dell’ultimo trimestre dello scorso anno.
In questo secondo grafico vediamo invece l’andamento opposto dell’indice spot sul dollaro.
Questo indice nasce come una media aggregata delle quotazioni che il dollaro ha contro le altre principali valute. Il valore che restituisce è quindi un valore assoluto e non relativo, che rappresenta in maniera indipendente il suo andamento e la sua «forza» nel tempo.
Nella parte più a destra del grafico è possibile vedere l’andamento nei suoi ultimi tre giorni, con la svalutazione che ha avuto seguito da mercoledì.
Il trend ribassista, nel quale viaggiava da inizio marzo, è stato ripercorso verso il basso in poche ore, andando a riconfermare la trend line già individuata dalle candele attorno al 4 e al 10 marzo.
La quotazione è ora su minimi che non toccava dallo scorso ottobre. Una eventuale rottura al ribasso del canale di trend sarebbe un forte segnale ribassista. Mentre un’inversione vedrebbe come primo obiettivo quello di recuperare il crollo di questi ultimi giorni, prospettiva che i mercati azionari per ora non si augurano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA