Per diventare donatore di organi serve manifestare la propria volontà in una delle forme previste dalla legge, in caso contrario decidono i familiari. Il silenzio-assenso resta ancora inapplicato.
In Italia la donazione di organi è regolata dalla legge 91 del 1999, secondo la quale qualsiasi cittadino che abbia raggiunto la maggiore età e sia in grado d’intendere e volere può esprimere il proprio consenso o dissenso a diventare donatore dopo la morte.
Per dichiarare di voler donare esistono diversi modi: tramite il tesserino blu del Ministero della Salute, con l’iscrizione all’Anagrafe del Comune, su un foglio bianco con firma autografa, e altri che andremo a spiegare di seguito.
La legge in questione prevede anche il principio del silenzio-assenso secondo cui se manca il diniego espresso, ogni defunto va considerato favorevole alla donazione di organi, principio che non ha mai trovato applicazione. Sono passati venti anni dall’entrata in vigore del testo, eppure solo lo scorso agosto, è stato approvato uno dei primi decreti attuativi che dovrebbe in breve termine rendere operativo questo principio.
Come diventare donatore di organi: i modi previsti dalla legge
Donare gli organi o i tessuti dopo la morte è sicuramente un gesto di grande generosità che può salvare la vita di molte persone. Presupposto fondamentale per diventare donatore è manifestare la propria volontà in uno dei modi previsti dalla legge:
- compilando e firmando il modulo apposito messo a disposizione dalle Asl;
- con una dichiarazione all’Anagrafe del Comune in occasione del rilascio/rinnovo della carta d’identità;
- iscrivendosi all’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (Aido);
- scaricando il tesserino blu del Ministero della Salute e custodirlo nel portafoglio. Il tesserino è disponibile sul sito del Centro Nazionale Trapianti (CNT);
- scrivendo le proprie volontà su un foglio bianco, di pugno o al computer, con data e firma autografa.
Le dichiarazioni di volontà rilasciate all’Asl e all’Ufficio Anagrafe del Comune vengono registrate e conservate nel in uno specifico sistema informatico (Sit) messo a disposizione dal Ministero della Salute.
La legge consente al dichiarante di cambiare idea in ogni momento. I medici dovranno sempre attenersi all’ultima dichiarazione in ordine temporale.
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Donazione di organi, chi decide se il defunto non ha espresso alcuna volontà?
Se nel corso della vita il defunto non ha espresso alcuna dichiarazione in merito alla donazione degli organi, a decidere per lui saranno i familiari. La legge indica precisamente quali sono i soggetti che possono prendere questa importante decisione:
- il coniuge;
- i genitori;
- i figli maggiorenni.
Se si tratta di un minore, per la donazione occorrerà il consenso di entrambi i genitori. Il parere negativo di uno impedisce l’espianto.
Donazione organi e silenzio assenso, siamo vicini ad una soluzione?
Come abbiamo anticipato, la questione sul silenzio-assenso sulla donazioni di organi è stata, ed è ancora, uno dei nodi cruciali della disciplina delle donazioni.
La legge 91 del 1999 ha introdotto il principio secondo il quale se il defunto non abbia manifestato esplicitamente mentre era in vita il diniego alla donazioni di organi, i medici dovranno considerarlo donatore a tutti gli effetti. Unico presupposto è che la persona in questione fosse stata adeguatamente informata su come avviene il trapianto e quali sono gli effetti sul ricevente.
Questa disposizione in realtà non ha mai trovato applicazione. Tuttavia lo scorso 20 agosto, Giulia Grillo, Ministro della Salute nel precedente Governo Conte, ha firmato un regolamento che fa ben sperare nell’applicazione nel breve termine del principio del silenzio assenso.
Si tratta delle norme che regolano il Sistema informativo trapianti (Sit), necessario a tracciare e certificare la trasparenza del processo di donazione degli organi, prelievo e trapianto. Lo stesso Ministro lo ha definito “un passaggio fondamentale per l’applicazione della legge sul silenzio-assenso”.
Nei prossimi mesi anche l’Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana), presente in tutte le aziende sanitarie, verrà adeguata alle prescrizioni della legge generale sulla donazione degli organi.
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