Testamento biologico, cos’è, a cosa serve e come fare

Ilena D’Errico

14 Luglio 2024 - 00:19

Ecco cos’è il testamento biologico e a cosa serve: le pratiche e i trattamenti che possono essere vietati, i requisiti e il valore legale delle disposizioni.

Testamento biologico, cos’è, a cosa serve e come fare

Il testamento biologico è una conquista recente del nostro ordinamento, che rispetta il principio di autodeterminazione sancito dalla Costituzione italiana, senza tuttavia porsi in contrasto con le pratiche mediche vietate dalla legge. Proprio in questi ultimi tempi si sta assistendo a un utilizzo maggiore di questo strumento, che fornisce a ogni individuo la possibilità di prendere decisioni importanti sul proprio (eventuale) fine vita in caso di malattie o incidenti di particolare gravità, su cui altrimenti difficilmente avrebbero discrezionalità.

Cos’è il testamento biologico

Il testamento biologico o biotestamento è un atto con cui è possibile indicare le proprie volontà rispetto alla fine della vita, si parla infatti di disposizioni anticipate di trattamento. Così come il testamento tradizionale anche questo documento deve essere redatto in vita, in modo libero e con la piena capacità di intendere e di volere, ma anziché regolare il proprio patrimonio indica le direttive da seguire in caso di grave malattia.

Il biotestamento consente quindi di evitare alcuni trattamenti o l’accanimento terapeutico per qualsivoglia ragione personale. In alcuni casi si chiede il rispetto di un precetto religioso, altre volte il testamento biologico arriva in soccorso di chi teme di perdere la dignità e l’individualità o non vuole prolungare le sofferenze dei familiari.

È importante non confondere le disposizioni anticipate di trattamento con l’eutanasia, visto che non è possibile utilizzare questo strumento per chiedere di mettere fine alla propria vita, pratica al momento incompatibile con l’ordinamento italiano. Una recente sentenza della Corte Costituzionale apre la strada al suicidio assistito, più tollerato perché è il diretto interessato a partecipare all’atto, che rimane comunque limitato e non riguarda il testamento biologico.

Quest’ultimo serve piuttosto ad anticipare l’eventualità di perdere la capacità di intendere e di volere a causa di una condizione patologica, pianificando in modo consapevole i trattamenti accettati. Con questo testamento non è possibile chiedere di non intervenire medicalmente a priori o nemmeno di non essere salvati in nessun caso, ma solo di evitare quei trattamenti invasivi che non forniscono sicurezze sulla ripresa e contrari ai principi personali del soggetto.

Per esempio, con il biotestamento è possibile rifiutare:

  • la rianimazione cardiopolmonare;
  • la somministrazione di antidolorifici;
  • l’intubazione;
  • la sedazione palliativa profonda continua;
  • la respirazione meccanica;
  • il nutrimento e l’idratazione artificiale;
  • le trasfusioni di sangue;
  • gli interventi chirurgici d’urgenza.

In tutti questi esempi il paziente è spesso impossibilitato a fornire il proprio consenso, perciò l’importanza del biotestamento è fondamentale, soprattutto tenendo conto delle limitazioni decisionali dei familiari o dei possibili contrasti fra loro. Il testamento biologico può anche contenere disposizioni opposte, chiedendo quindi di essere sottoposti a qualsiasi cura e di ricevere tutta l’assistenza possibile.

Chi può fare il testamento biologico

Da un punto di vista sanitario non ci sono limitazioni alla redazione del biotestamento, che può essere redatto sia da un individuo malato che teme complicazioni sia da un individuo sano che vuole anticipare ogni evenienza. Va comunque tenuto presente che il paziente capace di intendere e di volere può esprimere la sua volontà in qualsiasi momento, anche se differente rispetto a quella manifestata nel testamento.

Quest’ultimo è invece fondamentale in caso di malattie terminali, lesioni cerebrali invalidanti, dipendenze da macchinari o incoscienza permanente. In queste ipotesi, infatti, non soltanto il paziente non può manifestare le sue volontà, o comunque il suo assenso potrebbe essere viziato, ma non c’è un’effettiva compromissione del diritto alla vita. Possono quindi prevalere il diritto all’autodeterminazione e alla dignità, com sanciti dalla Costituzione.

Per quanto riguarda i requisiti legali, può fare testamento biologico ogni cittadino maggiorenne capace di intendere e di volere. Per i minorenni, invece, il consenso informato spetta ai genitori o ai tutori in caso di necessità, tenendo conto delle volontà del minore quando possibile.

Il rispetto del biotestamento

I medici sono per legge obbligati a rispettare le volontà espresse dal paziente nel biotestamento, non potendo assolutamente praticare cure e trattamenti vietati dal testatore. Ovviamente, nessun medico o struttura sanitaria può essere ritenuto responsabile dei danni causati dall’assenza di cure o trattamenti (o al contrario dal prolungamento di una terapia sconsigliata) decisi dal testamento, anche in caso di danni o decesso del paziente.

In ogni caso è obbligatorio (e utile) consultarsi con un medico prima di lasciare le proprie disposizioni, al fine di essere messi al corrente di tutte le informazioni utili per una scelta consapevole.

Le disposizioni testamentarie sul fine vita possono essere derogate esclusivamente quando prive di corrispondenza con le condizioni di salute del paziente oppure all’epoca di redazione del testamento non erano state sviluppate tecniche in grado di fornire speranza di miglioramento. In questi casi il parere medico è fondamentale, ma anche il fiduciario riveste un ruolo importante nell’interpretazione delle volontà del paziente.

Il fiduciario del testamento biologico

Sebbene non sia obbligatorio è strettamente consigliabile nominare un fiduciario delle proprie disposizioni anticipate di trattamento, che avrà cura di far valere le proprie volontà e rappresentarle al medico e alla struttura sanitaria all’occorrenza. Qualsiasi persona capace di intendere e di volere e maggiorenne che accetta la nomina può rivestire questo ruolo, anche senza alcun rapporto di parentela.

L’eventuale contrasto tra il medico e il fiduciario, nelle situazioni sopra illustrate, deve essere risolto presso il giudice tutelare.

Come fare un testamento biologico

Il testamento biologico richiedere ancora meno formalità del testamento olografo, potendo essere redatto nella forma di preferenza. In caso di impossibilità, infatti, la forma scritta può essere sostituita dalla registrazione di un video oppure dall’utilizzo dei dispositivi di comunicazione appositi per alcune disabilità. Il testamento scritto deve però essere autenticato o in forma di atto pubblico. Basti considerare che i testamenti biologici sulla pelle, veri e propri tatuaggi con la scritta “non rianimatemi” che hanno fatto notizia, non hanno valore legale in Italia in assenza di un testamento apposito.

Al di là di questa particolare ipotesi, è richiesto che il testamento biologico venga formulato come atto pubblico o scrittura privata autenticata per mezzo di un notaio, dell’ufficiale di stato civile, della struttura sanitaria che presta questo servizio oppure degli uffici consolari italiani per i cittadini che risiedono all’estero.

È fondamentale che il testamento biologico includa i seguenti dati:

  • dati anagrafici del testatore;
  • terapie e trattamenti da adottare e da evitare;
  • indicazioni sul proprio stato di salute;
  • sottoscrizione del medico che ha fornito il consenso informato;
  • indicazioni per il post-mortem;
  • nomina dei fiduciari (facoltativa).

È anche possibile richiedere la conservazione del biotestamento presso la banca dati del ministero della Salute, che permette anche il rapido rinnovo in caso di necessità e ne garantisce la visione da parte del medico in caso di bisogno. Si ribadisce comunque che il testamento biologico può essere revocato o modificato in qualsiasi momento, purché persista la piena capacità di intendere e di volere.

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