Mercati alla prova di un mix di fattori di incertezza: dall’annuncio della Bce di un rialzo dei tassi, ai dati attesi sull’inflazione Usa fino alle mosse della Cina, gli investitori sono cauti.
Le azioni asiatiche hanno seguito il sell-off azionario globale, mentre le indicazioni sull’aumento dei tassi della Banca centrale europea e il nervosismo per i prossimi dati sull’inflazione statunitense hanno alimentato le preoccupazioni per la crescita mondiale.
La Cina avanza con una doppia spinta. Da una parte le azioni sono aumentate speranze di allentamento della politica restrittiva sul tech, dall’altra si è tornati a parlare di blocchi a Shanghai per il Covid.
Intanto, la giornata è focalizzata sui dati Usa dei prezzi al consumo, che daranno un’indicazione alla Fed in vista della riunione della prossima settimana.
Il tutto, dopo che la Bce ha lasciato la porta aperta a un aumento extra-large dei tassi di interesse a settembre.
L’atteggiamento aggressivo della banca europea e la possibilità di un’elevata inflazione negli Stati Uniti sollevano interrogativi per gli investitori sulla crescita globale, ispirando un allontanamento dagli asset rischiosi.
Bce, inflazione Usa e Cina osservati dai mercati
Sono diverse le forze che trascinano i mercati nell’incertezza e nella volatilità in questi giorni, con gli scambi di venerdì 10 giugno a segnalare il momento critico generale.
Innanzitutto, le azioni tecnologiche cinesi, tra cui Alibaba Group, sono in controtendenza, invertendo il calo di inizio sessione. Gli investitori stanno cercando di capire se l’allentamento della repressione normativa di Pechino sulle società Internet supporti la speculazione che l’offerta pubblica iniziale di Ant Group Co. di Jack Ma potrebbe essere ripresa.
L’inflazione alla fabbrica cinese è scesa al ritmo più lento in 14 mesi a maggio a causa della stretta frenata del Covid, mentre anche l’inflazione al consumo è rimasta contenuta.
Ciò consentirebbe alla banca centrale cinese di rilasciare ulteriori stimoli per sostenere l’economia anche se le autorità monetarie nella maggior parte degli altri Paesi si affrettano a ridurre l’inflazione con aumenti aggressivi dei tassi di interesse.
Negli Usa, i rendimenti dei Treasury a breve termine si sono avvicinati ai picchi del 2022 a seguito di una vendita di obbligazioni dell’area dell’euro dopo che la Banca centrale europea ha aperto le porte a un aumento di mezzo punto dei tassi di interesse in autunno.
Le pressioni sui prezzi e la conseguente stretta monetaria hanno spazzato via 7,8 trilioni di dollari di valore del mercato obbligazionario globale da inizio anno.
Nelle materie prime, il petrolio è sceso in parte a causa delle preoccupazioni sulla domanda mentre Shanghai si prepara a bloccare sette distretti questo fine settimana per condurre i test Covid.
Infine, l’Europa. Si attende un’apertura ancora fiacca. L’indice azionario regionale Stoxx 600 ha esteso le perdite rispetto all’inizio della giornata per chiudere in ribasso dell’1,4% ieri. Un indice FTSE di azioni italiane è crollato dell’1,9% e il tedesco Xetra Dax ha perso l’1,7%.
I rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, italiani, spagnoli e greci sono aumentati, in quanto gli investitori sono preoccupati per le ricadute economiche della fine delle politiche monetarie molto accomodanti. L’euro si è indebolito rispetto al dollaro, scendendo dell’1% a 1,061 dollari.
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