A oggi l’Italia ha speso solo il 26% dei 194 miliardi previsti e le missioni per Digitale e Transizione avanzano più spedite delle altre.
Hanno meno risorse a disposizione e sono anche quelle più indietro sull’avanzamento procedurale e finanziario. Al momento sono soprattutto Istruzione e Salute (oltre a Inclusione e coesione) le missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza che stanno andando maggiormente a rilento.
Come noto, il Next GenerationEU ha messo a disposizione dei paesi membri dell’Unione Europea circa 648 miliardi di euro per affrontare la ripresa post pandemica. Per l’Italia, che lo attua appunto tramite il Pnrr, è previsto lo stanziamento maggiore: 194,4 miliardi di euro (di cui 122,6 come prestiti e 71,8 in sovvenzioni). Il programma dovrebbe essere completato entro il 2026, anche se non è da escludere un rinvio di due anni del termine, portandolo quindi al 2028. Uno slittamento che potrebbe far comodo all’Italia.
Per capire lo stato di avanzamento del Pnrr italiano, bisogna tenere a mente gli importi destinati alle sette missioni del programma; l’ammontare degli interventi attivati e l’effettiva spesa finora compiuta su questi interventi. Secondo l’ultimo aggiornamento semestrale, quindi al 30 giugno 2024, l’Italia al momento ha speso solo 51,3 miliardi dell’importo complessivo di 194,4 miliardi, appena il 26,4% del totale. [...]
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