Perché si parla di Draghi premier o al Quirinale? L’ipotesi di una “maggioranza von der Leyen”

Alessandro Cipolla

26/11/2020

Da quando è scoppiata la pandemia il nome di Mario Draghi è continuamente tirato in ballo: ecco quale potrebbe essere secondo Carlo Calenda la maggioranza pronta a sostenere un suo possibile governo o una candidatura a Presidente della Repubblica nel 2022.

Perché si parla di Draghi premier o al Quirinale? L’ipotesi di una “maggioranza von der Leyen”

Mario Draghi per la politica è un po’ quello che Massimiliano Allegri è adesso per il calcio: il nome che puntualmente ritorna come un mantra per ogni possibile poltrona vacante, senza considerare minimamente se ci sia un interesse di fondo o meno.

Se per ogni mister di un top club che vacilla ecco che spunta fuori l’ombra di Allegri, allo stesso modo la figura di Draghi negli ultimi mesi è stata ripetutamente evocata come possibile capo di un governo di unità nazionale oppure, con uno sguardo più ampio al 2022, come papabile prossimo Presidente della Repubblica quando si dovrà eleggere il successore di Sergio Mattarella.

In questa ridda di voci spesso però non si è preso in considerazione forse l’aspetto più importante della questione: quali forze politiche sosterrebbero in Parlamento un governo Draghi oppure voterebbero l’ex numero uno della Bce come prossimo inquilino del Quirinale?

A cercare di dare una risposta ci ha pensato Carlo Calenda, con il leader di Azione e aspirante sindaco di Roma alle prossime elezioni amministrative che, intervistato da Huffington Post, ha fatto capire quale maggioranza potrebbe appoggiare politicamente il banchiere.

Chi potrebbe sostenere Mario Draghi

Non essendo un politico di professione, Mario Draghi non ha alle sue spalle un partito o una coalizione capaci di sostenerlo numericamente in Parlamento. L’ex Presidente della Bce comunque gode di una diffusa stima bipartisan all’interno del Transatlantico.

Secondo Carlo Calenda al momento ci sarebbe già una maggioranza che potrebbe sostenere un eventuale governo Draghi, soprattutto dopo il recente smarcamento di Forza Italia dai sovranisti e l’avvicinamento ai giallorossi.

Dopo l’approvazione della manovra economica, è tempo di ‘chiamare giro’, puntando ad un altro governo guidato da Mario Draghi - ha dichiarato l’ex ministro - sostenuto da una replica italiana della maggioranza von der Leyen”.

Per Calenda così questo esecutivo potrebbe essere formato da chi “l’anno scorso a Strasburgo ha eletto la presidente della Commissione europea: Popolari, cioè Forza Italia, PD, Italia Viva e la parte più responsabile del M5S, tipo Patuanelli…”.

Al Senato al momento sommando Forza Italia (54), Partito Democratico (35), Italia Viva (18), centristi e autonomisti vari (12) e senatori a vita (6), si arriverebbe a quota 125, lontana dall’asticella dei 161 senatori necessari per avere una maggioranza.

Si dovrebbe così tirare dentro Liberi e Uguali (5) e soprattutto pescare nel calderone del Movimento 5 Stelle (92) per trovare quella quarantina di senatori mancanti. Vista l’aria che tira tra i pentastellati, in caso di spaccatura in molti sarebbero disposti ad appoggiare qualsiasi governo pur di garantirsi una sorta di sopravvivenza politica.

Palazzo Chigi o Quirinale?

Per Mario Draghi numericamente potrebbe essere ancora più agevole essere eletto prossimo Presidente della Repubblica, visto che al terzo scrutinio potrebbe bastare anche la sola convergenza della Lega (Giorgetti e Salvini di recente hanno speso parole al miele per il banchiere) verso questa “maggioranza von der Leyen”.

Se numericamente Draghi potrebbe avere un disco verde sia per Palazzo Chigi che per il Quirinale, di mezzo c’è la non di poco conto questione della fattibilità politica soprattutto per quanto riguarda la possibilità di un nuovo governo.

Di certo Draghi non scenderebbe mai in campo per guidare il governo senza precise garanzie politiche, oltre al fatto che al momento Conte gode ancora di una buona popolarità anche se in calo dopo questa seconda ondata.

Le voci di un possibile ribaltone si susseguono da mesi senza aver trovato mai riscontri reali, ma nel 2021 una volta superata l’emergenza gli oppositori di Giuseppe Conte potrebbero tornare alla carica con le loro trame, sempre a patto che Mario Draghi sia veramente interessato a guidare una maggioranza così variopinta e litigiosa, preferendo magari aspettare il 2022 per salire al Colle.

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