I numeri della pandemia in Italia due anni dopo il “paziente uno” di Codogno: spesi 200 miliardi di cui 20 solo per la sanità, con il 20% della popolazione che ha avuto il Covid.
Correva il 20 febbraio 2020 quando l’incubo Covid faceva la sua comparsa in Italia, cambiando da quel momento le nostre vite tanto che ormai si è presa l’abitudine di dividere gli avvenimenti tra prima e dopo la pandemia.
Per l’Italia il conto è stato salatissimo, sia in termini di vite umane sia per quanto riguarda l’aspetto economico, con le ripercussioni della pandemia che potrebbero farsi sentire ancora per diversi anni.
Per prima cosa c’è da ribadire che il Covid ora, grazie ai vaccini e alla variante Omicron, fa meno paura ma non per questo possiamo dire che il peggio sia ormai alle spalle: nell’ultimo bollettino in Italia si sono registrati ancora 201 morti, senza contare l’enigma della durata della protezione vaccinale e della possibile comparsa di una nuova mutazione.
Di certo i venti di guerra che spirano in Ucraina e la voglia di provare a voltare pagina dopo questi mesi così difficili, un po’ come successe negli anni ‘50 quando gli italiani si stancarono del neorealismo preferendo le commedie, sta facendo scivolare il Covid in secondo piano con le discussioni che sono tutte incentrate su quando verranno tolte le varie misure restrittive, dal green pass alle mascherine fino all’obbligo vaccinale per gli over 50.
Il bilancio di due anni di Covid in Italia.
Per capire quanto sia stato tragico l’impatto della pandemia in Italia possiamo fare affidamento ai numeri. In questi due anni il Covid nel nostro Paese ha causato la morte di oltre 153.000 persone, anche se il conto reale come evidenziato dall’Istat potrebbe essere maggiore se guardiamo alla differenza di mortalità tra il 2020 e gli anni precedenti.
In totale da noi si sono registrati circa 12,5 milioni casi di positività: stando a un report dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica, escludendo chi si è infettato due volte in Italia una persona su cinque ha avuto il Covid.
Se l’Italia è uno dei Paesi che ha pagato il conto più alto in termini di vite umane, non va di certo meglio se prendiamo in considerazione quello che è stato l’impatto della pandemia sulla nostra economia.
Ad aprile 2021 i dieci provvedimenti licenziati dai vari Governi (otto dal Conte-bis e due da quello Draghi), hanno necessitato di uno scostamento di bilancio pari a 185 miliardi, con il conto che ora a febbraio 2022 è lievitato presumibilmente anche oltre i 200 miliardi.
Sempre nel report dell’Altems si legge che in questi due anni di Covid sono stati spesi in Italia 19 miliardi per la sanità: 11,5 miliardi di aumento dei costi per le Regioni, 4,3 miliardi per l’acquisto di farmaci, dispositivi di protezioni e tamponi, mentre per i vaccini finora sono stati sborsati 3,2 miliardi.
Il resto del debito è servito per i ristori alle varie categorie danneggiate dalla pandemia, senza dimenticare che 122,6 del totale dei 191,5 miliardi previsti dal Pnrr sono stati concessi sotto forma dei prestiti a tassi molto agevolati.
I danni fatti dal Covid sono stati anche di altra natura: disturbi psichici specie tra i più giovani, problemi scolastici dovuti alla didattica a distanza, aumento della disoccupazione e per ultima la crisi del gas con tanto di impennata dell’inflazione.
Con la pandemia ancora in corso, l’unica consapevolezza è che il mondo dopo il Covid non sarà più lo stesso: dopo due anni in Europa ora si sta cercando di tornare a quella normalità perduta dalla fine di febbraio del 2020, sempre che una possibile guerra in Ucraina non arrivi a peggiorare ulteriormente le cose.
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