Simone Rosti di Vanguard spiega cosa sono gli ETF obbligazionari e perché rappresentano la soluzione più efficiente per un portafoglio ben diversificato. Ecco come selezionare il giusto benchmark.
In un portafoglio ben diversificato e bilanciato gli ETF obbligazionari non devono mai mancare.
Le obbligazioni infatti contribuiscono a compensare la volatilità di attività a più alto rischio come le azioni, agendo da ammortizzatore nei portafogli multi-asset. Offrono inoltre una fonte stabile di reddito, pagando interessi a intervalli regolari.
Negli ultimi anni la pandemia e la forte incertezza sui mercati finanziari hanno favorito l’adozione di ETF obbligazionari da parte di molti investitori. BlackRock stima che entro il 2030 i volumi di raccolta su scala globale potrebbero raggiungere i 5.000 miliardi di dollari.
ETF obbligazionari: cosa sono e perché tenerli in portafoglio
ETF obbligazionari: cosa sono
Gli ETF obbligazionari sono dei fondi a gestione passiva che investono su uno o più titoli obbligazionari, come titoli di Stato o Corporate Bond, per replicarne i rendimenti.
Gli ETF obbligazionari sono classificabili sulla base della tipologia di emittente, ma anche in base a:
- rating del credito: più il rating è elevato, minore è il rischio di insolvenza
- scadenza dei titoli sottostanti: più lunga è la scadenza media dei titoli sottostanti, maggiore è la volatilità dell’ETF, che può essere influenzata negativamente da tassi di interesse crescenti.
- duration: un aumento dei tassi di interesse riduce il valore dell’obbligazione (e dell’ETF). Per esempio se i tassi salgono dell’1%, il valore di una obbligazione con duration pari a 5 diminuirà del 5%.
- valuta: se il sottostante è emesso in una valuta diversa dall’euro si deve considerare il rischio di cambio.
A differenza della singola obbligazione che ha una data di scadenza, l’ETF obbligazionario non ha scadenza e può essere scambiato ogni giorno sul mercato.
ETF obbligazionari: come funzionano
Gli ETF nascono per replicare il più fedelmente possibile uno strumento finanziario sottostante. Tuttavia nel caso degli ETF obbligazionari può risultare molto costoso e complesso replicare al 100% tutte le categorie di obbligazioni esistenti.
Per tale ragione nella maggior parte dei casi i gestori dei fondi selezionano le obbligazioni più rappresentative dell’indice, nonostante siano acquistate un numero inferiore di obbligazioni.
Come investire in ETF obbligazionari
Per investire in ETF in obbligazioni si può scegliere tra queste principali categorie:
- ETF obbligazioni aggregate, con titoli di Stato selezionati e investment grade affidabili
- ETF su Indici governativi, sotto-indici rivolti ai titoli di stato
- ETF su Indici corporate, obbligazioni di società con elevati volumi nei settori bancario e istituzionale
- ETF su Indici covered bond, riferiti a obbligazioni coperte e garantite da enti statali e finanziari
- ETF su Indici inflation-linked, relativi a obbligazioni legate all’andamento dell’inflazione. Garantiscono un rendimento positivo in caso di crescita dei prezzi al consumo.
- ETF su Indici high yield, comprendono obbligazioni ad alto rendimento e rating che presentano però un maggiore rischio
- ETF su Indici globali, basati su obbligazioni internazionali in più valute e a potenziale rischio di cambio
- ETF su Indici emerging markets bond, riferiti a obbligazioni che provengono da paesi emergenti.
ETF obbligazionari: i miti da sfatare
Pur essendo chiare le ragioni di crescita degli ETF obbligazionari, gli investitori hanno sempre espresso dei dubbi sul loro utilizzo in ragione del fatto che in contesti di mercati volatili, la liquidità delle obbligazioni diminuisce, rendendo quindi la negoziazione di questi titoli potenzialmente difficile e quindi meno efficiente l’ETF. Secondo Rosti tali timori sono fuori luogo, ecco perché.
- Mito 1
Gli investitori di ETF obbligazionari non sono in grado di poter contare sulla liquidità nelle fasi di sell off dei mercati.
Realtà
La negoziazione di ETF obbligazionari tende a aumentare durante i periodi di mercato volatile
- Mito 2
Gli spread denaro-lettera degli ETF obbligazionari sono più ampi durante le fasi di sell-off.
Realtà
Gli spread degli ETF obbligazionari mostrano una buona resistenza durante i sell-off e sono ancora più ristretti rispetto a quelli delle negoziazioni delle singole obbligazioni.
ETF obbligazionari: quali indici sottostanti selezionare?
Con la stragrande maggioranza degli ETF che replicano un indice, la selezione del benchmark è una decisione importante per qualsiasi investitore, in particolare per gli investitori obbligazionari.
Secondo il manager di Vanguard «occorre innanzitutto considerare i criteri di inclusione dell’indice che determinano il numero e il tipo delle obbligazioni che lo costituiscono. Questo determina le caratteristiche di rischio e rendimento dell’indice».
Da un punto di vista meramente tecnico è importante che questi criteri siano allineati per aiutare gli investitori a raggiungere i loro obiettivi di investimento. Può essere una buona idea scegliere un ETF con una comprovata esperienza, che ha dimostrato coerenza non solo nella sua costruzione, ma anche nella sua esposizione nel tempo.
«Affinché gli investitori abbiano le migliori possibilità di successo – chiosa Rosti –, ritengo che nell’investimento sia fondamentale aver cura nella scelta dell’indice sottostante e dell’emittente di un ETF. I fondi indice obbligazionari diversificati e a basso costo rappresentano l’opzione migliore per la stragrande maggioranza degli investitori a reddito fisso».
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