La nuova proprietà punta a produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno e garantisce massima attenzione all’ambiente e ai livelli occupazionali.
Con la sostituzione della storica insegna dall’edificio che ospita gli uffici Ilva, è iniziata ufficialmente la nuova era del polo siderurgico tarantino.
Sulla facciata della palazzina, ora, campeggerà il logo di ArcelorMittal, il gruppo che a capo del consorzio Am Investco, si è aggiudicata l’acquisizione dell’Ilva.
Il colosso mondiale che ha rilevato l’azienda italiana punta a far crescere la produzione, assicurando una grande attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini e mantenendo i livelli occupazionali.
Aumentare la capacità produttiva
A spiegare il piano che la nuova proprietà ha in mente per l’Ilva è stato Matthieu Jehl, vice presidente e AD di ArcelorMittal Italia, nel corso di una conferenza stampa.
Il gruppo, una volta a regime, punta a fra crescere la capacità produttiva di acciaio nello stabilimento di Taranto portando la produzione annua dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate a 6 milioni di tonnellate.
Un obiettivo ambizioso ma necessario per portare avanti il piano di rilancio dell’Ilva:
“Vogliamo produrre a Taranto, Genova e Novi Ligure tutti i prodotti che abbiamo sviluppato. Dobbiamo riportare la profittabilità a livello sostenibile e col nostro potenziale. L’azienda ha perso dai 20 ai 25 milioni di euro al mese negli ultimi anni. Abbiamo il dovere di cambiare e Arcelor Mittal ha il potenziale per cambiare rapidamente. E’ importante che facciamo soldi anche per contribuire a tutti gli investimenti che dobbiamo fare”
ha sottolineato Jehl.
Attenzione all’ambiente
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, Jehl non ha mancato di assicurare l’impegno di ArcelorMittal a tutela dell’ambiente e della salute.
“Il più grande investimento per la comunità tarantina è il nostro piano ambientale. In aggiunta realizzeremo un investimento fino a 1 milione di euro l’anno per attività dedicate alla comunità. Non c’è una tonnellata d’acciaio da produrre che vale se non possiamo tornare a casa in piena salute”
ha spiegato l’ad.
Entrando nel dettaglio del piano ambientale da 1,15 milioni di euro della nuova proprietà, Jehl ha confermato che la copertura dei parchi primari sarà ultimata entro la primavera del 2020: l’investimento di ArcelorMittal per questi lavori urgenti e necessari è pari a 400 milioni di euro.
“Sicurezza, salute e ambiente per noi sono dei pilastri che vanno di pari passo con le performance della produzione” ha aggiunto.
Il piano occupazionale
Oltre al piano ambientale, l’attenzione è puntata anche su quello occupazionale . Dopo il braccio di ferro durato mesi, il 6 settembre scorso al Mise è stato raggiunto un accordo che ha soddisfatto sia la nuova proprietà che sindacati e lavoratori.
I criteri stabiliti in quell’occasione, ribadisce Jehl, sono stati rispettati: “Se ci sono anomalie, parleremo con i partner, con i sindacati e i lavoratori, per trovare una soluzione” ha aggiunto.
Nel dettaglio, come si ricorderà, il piano occupazionale prevede che nessun lavoratore Ilva resterà a casa. ArcelorMittal si è infatti impegnata ad assumere 10.700 lavoratori dell’azienda in amministrazione straordinaria sugli attuali 13.500, mantenendo i livelli salariali e contrattuali di tutti i dipendenti.
L’accordo con il Mise prevede inoltre un piano da 250 milioni per incentivare gli esodi volontari che riguarderanno alcune centinaia di lavoratori.
Circa 2.500 dipendenti saranno invece impiegati per gli interventi di bonifica ambientale previsti sul sito di Taranto almeno fino al 2023. Infine, ArcerMittal garantisce che sarà assicurata un’occupazione anche ai lavoratori a cui non sarà trovata altra collocazione.
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