Il rally del Bitcoin, che negli scorsi giorni ha toccato quota 18.000 dollari per poi ritracciare poco sotto, suscita l’interesse degli analisti. Ecco quali sono i motivi che stanno spingendo la crescita della criptovaluta.
Perché il Bitcoin, la celebre criptovaluta creata nel 2009, ha raggiunto il valore più alto degli ultimi 3 anni?
Gli interrogativi sulle performance positive dell’asset impegnano da tempo gli analisti, ma negli ultimi giorni – con il balzo della moneta virtuale oltre la soglia dei 18.000 dollari – l’interesse sui fattori che stanno contribuendo ad incrementare il valore del Bitcoin ha subito un’accelerazione.
La rilevanza della questione ruota attorno alla storia della moneta virtuale, che già nel 2017 aveva registrato un trend particolarmente positivo – record storico di 19.666 dollari nel dicembre 2017 – per poi bruciare il 70% del suo valore l’anno seguente.
Individuare le condizioni e gli elementi alla base dell’attuale successo della criptovaluta, dunque, è un’operazione cruciale per comprendere le prospettive di lungo termine del Bitcoin.
Perché il Bitcoin è vicino al record storico
Il Bitcoin è stato creato undici anni fa dalla mente, o dalle menti, di Satoshi Nakamoto, nome fittizio dietro al quale si cela il segreto dalla criptovaluta. Dal codice originale della moneta virtuale si evince che sono solo 21 milioni i Bitcoin che possono essere prodotti, di cui 18,5 – 90% del totale - sono già in circolazione.
I Bitcoin vengono estratti dai minatori, persone che utilizzano il processore di un computer per eseguire i calcoli matematici necessari. Secondo alcune stime ci vorranno circa centoventi anni affinché il 10% rimanente di Bitcoin venga minato.
Questa scarsità percepita rappresenta un primo fattore esplicativo del successo della criptovaluta. La ridotta disponibilità in genere non implica direttamente un incremento del valore dell’asset ma, nel caso del Bitcoin, la consapevolezza che in futuro ci saranno meno criptovalute gioca un ruolo nell’aumento della domanda.
Cruciale anche la crescita degli stablecoin, le criptovalute che non soffrono la volatilità poiché sono solitamente ancorate alle valute tradizionali, come il dollaro o l’euro. Gli stablecoin sono divenuti negli ultimi tempi una delle principali fonti di liquidità del mercato delle criptovalute.
Supportate dai Governi e dalle grandi aziende, queste criptovalute hanno conferito una maggiore credibilità all’intero settore delle monete virtuali, con le principali economie mondiali – come Cina, USA ed Unione europea – che stanno valutando la possibilità di produrre delle valute digitali nazionali.
Inoltre, sembrano oggi riprodursi quelle condizioni che portarono nel 2009 alla nascita del Bitcoin. La criptovaluta venne infatti creata, in parte, come risposta ai fiumi di dollari e euro che vennero stampati per contrastare la crisi finanziaria del 2008. La stessa operazione si sta verificando oggi, con le autorità monetarie globali impegnate a rinfrancare le economie colpite dalla pandemia.
Sulla questione si è espresso Charles Hayter, CEO di CryptoCompare, che in un’intervista rilasciata al sito finanziario MarketWatch ha rivelato:
“Il Bitcoin, come sorta di oro digitale, sta vivendo un periodo particolarmente favorevole grazie alle porte aperte dalla politica monetaria. Chiudere queste porte sarà più difficile che aprirle”.
Da segnalare, inoltre, i tassi d’interesse ai minimi negli Stati Uniti e in Europa, che stanno rendendo meno oneroso il possesso dei Bitcoin rispetto ai dollari o ai bond. Sullo sfondo anche le manovre dei grandi gruppi, come PayPal o Square, che hanno contribuito al consolidamento della credibilità delle criptovalute permettendo ai loro clienti di acquistare prodotti con il loro portafoglio di monete virtuali.
Rally del Bitcoin: quali differenze con il 2017?
Le performance del Bitcoin hanno inevitabilmente acceso i riflettori sulla cronistoria della criptovaluta. Nel 2018 il trend di crescita della moneta virtuale aveva infatti portato ad una brusca inversione di marcia in seguito allo scoppio di una bolla.
Visto l’attuale rendimento del Bitcoin, gli analisti si chiedono ora se i fattori che stanno alimentando il rally siano più solidi rispetto a quelli che portarono alla criptovaluta ad un passo da quota 20.000 dollari.
Il Bitcoin, allo stato attuale, ha un valore maggiore rispetto allo stesso periodo di tre anni fa. Gli investitori rialzisti sulla criptovaluta puntano ai grafici per segnare la differenza tra il rally attuale e quello che aveva preceduto il crollo del Bitcoin. Nel 2017, infatti, la curva relativa al valore della moneta virtuale aveva registrato un brusco – ed irrazionale – innalzamento nelle ultime cinque settimane dell’anno, mentre quello attuale appare come un trend di crescita più stabile e uniforme.
Questo, secondo l’analista di Gain Capital, Matthew Weller, evidenzia il minore “hype” intorno alla criptovaluta rispetto a tre anni fa, il che potrebbe indicare una crescita più sostenibile anche in caso di un “pullback” dell’asset nelle prossime settimane.
D’altra parte, resistono i critici della criptovaluta, che è stata spesso associata alle attività di riciclaggio. Tra questi Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, che ha ribadito mercoledì, durante un summit, il suo disinteresse per le monete virtuali. Sullo sfondo le regolamentazioni che i Governi potrebbero imporre sulle criptovalute. Queste, secondo Dimon, potrebbero portare ad una perdita di appeal per i Bitcoin e i suoi concorrenti.
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