Elezioni in Germania, cosa può cambiare per l’Italia? In gioco c’è il patto di stabilità

Alessandro Cipolla

13/09/2021

C’è grande incertezza per le elezioni in Germania del 26 settembre, un voto che vede l’Unione Europea e l’Italia come spettatori molto interessati: in ballo c’è la riforma del patto di stabilità.

Elezioni in Germania, cosa può cambiare per l’Italia? In gioco c’è il patto di stabilità

Le elezioni in Germania del 26 settembre saranno le più incerte e intricate degli ultimi vent’anni, con la sfida per raccogliere l’eredità di Angela Merkel che appare aperta a qualsiasi scenario.

Gli ultimi sondaggi elettorali indicano adesso in testa i redivivi Socialdemocratici, dopo che a inizio estate il tandem CDU-CSU appariva saldamente al comando mentre in primavera erano i Verdi a essere indicati come primo partito.

Due cose appaiono certe: il grande disorientamento dell’elettorato tedesco, divenuto ora volatile quasi quanto quello nostrano, insieme alla certezza della necessità di lunghe trattative post-voto per dare vita al prossimo Governo.

Il sistema di voto puramente proporzionale in vigore per le elezioni in Germania rende infatti necessari degli accordi tra le forze politiche per formare una maggioranza, con il candidato del partito che ha preso più voti che sarà poi il cancelliere.

L’ultima volta ci sono voluti mesi prima della nascita del quarto governo Merkel e, anche in questo 2021, il sentore è ci sarà bisogno di lunghe trattative prima della fumata bianca per una Grosse Koalition.

Angela Merkel così potrebbe restare alla guida della Germania anche nei prossimi mesi, per poi lasciare il timone al nuovo Governo che sarà decisivo per gli equilibri futuri in seno all’Unione Europea, con l’Italia spettatore più che interessato visto il dibattito già in corso su un tema delicato come quello sul patto di stabilità.

Elezioni Germania: lo scenario

Stando ai sondaggi, il prossimo cancelliere dovrebbe essere il socialdemocratico Olaf Scholz, che potrebbe dare vita a una maggioranza insieme a Verdi e Liberali, mandando così clamorosamente all’opposizione i Cristianodemocratici che dopo aver deciso di puntare su Armin Laschet sono andati in crisi.

Alla fine il duo CDU-CSU potrebbe restare al governo ma come socio di minoranza, ponendo fine a un dominio quasi incontrastato che con Angela Merkel è andato avanti negli ultimi sedici anni.

Queste elezioni in Germania potrebbero così portare a una sorta di ribaltone nei rapporti di forza in seno al Bundestag, un “ribaltone” che inevitabilmente avrebbe delle ripercussioni anche a Bruxelles, dove alla guida della Commissione Europeo c’è la cristianodemocratica Ursula von der Leyen.

Giusto per dare un’idea dei possibili cambiamenti, nel suo programma elettorale Scholz, attuale ministro delle Finanze, propone una patrimoniale dell’1% sui patrimoni dei più ricchi e la fine dell’austerità per uscire fuori dalla crisi provocata dalla pandemia.

Il tutto mentre in Europa, dove Berlino ha un peso non indifferente, si sta discutendo animatamente sul patto di stabilità che al momento, causa Covid, è sospeso fino al 31 dicembre 2022.

L’Italia e il patto di stabilità

La squadre in campo nel match riguardante il patto di stabilità sono sempre le stesse: da una parte i Paesi frugali, capeggiati dall’Olanda, mentre dall’altra quelli del Sud Europa tra cui anche l’Italia. In mezzo c’è la Germania, arbitro di questa partita e classico ago della bilancia.

Per i frugali nel 2023 le regole del patto di stabilità non dovranno essere cambiate, ma al massimo ci potrà essere una maggiore elasticità per permettere agli Stati membri di rientrare nei parametri del Trattato. A firmare questa richiesta sono stati Austria, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca, Slovacchia, Lettonia, Svezia e Repubblica Ceca.

L’Italia, la Francia e gli altri Paesi più in difficoltà a causa del Covid, vorrebbero invece una revisione del patto visto che ci sarà bisogno di molto tempo prima di rientrare nei parametri dopo il grande deficit fatto negli ultimi mesi.

Alla Germania spetterà il compito di mediare tra le due posizioni, ma al momento tutto è fermo in attesa di conoscere quello che sarà l’esito delle elezioni federali: la sfida per la cancelleria sarà vissuta con trepidazione anche a Bruxelles, mentre Roma potrebbe fare il tifo per Scholz rispetto al più rigido Laschet.

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