Elezioni politiche: perché Renzi è sicuro che si voterà il prossimo anno

Andrea Pastore

21 Novembre 2021 - 19:22

In occasione della Leopolda 11, Renzi ha detto che le principali forze politiche vogliono andare al voto nel 2022.

Elezioni politiche: perché Renzi è sicuro che si voterà il prossimo anno

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi pensa che si andrà ad elezioni anticipate il 2022, gli italiani andrebbero quindi a votare per le elezioni politiche il 2022. Verso la conclusione della Leopolda 11, infatti, l’ex Presidente del Consiglio ha chiuso il suo intervento con le seguenti parole:

Credo che i principali leader delle forze politiche italiane, vale a dire i leader di Movimento 5 Stelle e Partito democratico, Lega e Fratelli D’Italia, abbiano interesse ad andare a votare.

Escluse, quindi, le forze più piccole: Iv, Azione, +Europa, PSI e LeU. L’interesse, prosegue il Senatore, è politico ma, in alcuni casi, è anche di natura personale che va oltre il partito di riferimento: cercare con le elezioni anticipate di far eleggere nel Parlamento un gruppo di parlamentari affini ai leader delle forze politiche.

Perché Renzi indica il 2022 come data dove si svolgeranno elezioni anticipate? La risposta sta tutta nella corsa al Quirinale.

Le elezioni del Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica viene eletto ogni sette anni, l’anno prossimo sarà quindi la scadenza naturale del mandato dell’attuale Capo di Stato Sergio Mattarella; mandato che lo stesso ha rifiutato di ricevere nuovamente.

Questo significa che con l’elezione al Colle di un nuovo Presidente al posto di Matterella, gli equilibri politici cambierebbero inevitabilmente; specie nel caso in cui Mario Draghi compisse il passaggio da Palazzo Chigi al Quirinale: il nuovo governo dovrebbe, e il nuovo Premier, ottenere la fiducia in Parlamento rompendo di fatti il governo di unità nazionale; d’altronde, quale sarebbe il candidato Premier che voterebbero insieme Pd, M5S, FI e Lega se non Mario Draghi?

Con la scusa dell’elezione di un Presidente della Repubblica differente da Mattarella, parafrasando le parole di Renzi, i partiti più grandi e i leader egemoni della politica italiana chiederebbero elezioni anticipate. In quel caso, il Matteo di Rignano dice che Italia Viva sarebbe pronta a tutto: sia a competere in elezioni anticipate e sia di far arrivare il Paese fino al 2023, l’anno in cui finirà questa legislatura.

Renzi vuole il centro

Lo scenario per Renzi è chiaro. Nel caso di elezioni anticipate potrebbero formarsi due schieramenti principali: uno tra Pd e Movimento 5 Stelle, il primo distante dal leader di Italia Viva dopo la crisi causato da quest’ultimo al governo Conte II e il secondo proprio con Giuseppe Conte come leader; l’altro tra Lega e Fratelli d’Italia per suggellare l’asse di destra.

Rimane un centro - sempre se gli schieramenti di prima possano identificarsi in qualche sinistra o destra -; quel centro che Matteo Renzi sta puntando.

Dalle parole espresse durante la Leopolda, questa forza politica dovrebbe essere così composta: Italia Viva, Azione, PSI, + Europa, Forza Italia e PD. Un polo di centro riformista nella buona sostanza.

Il progetto di una nuova DC è lo scenario perfetto per chi come lui deriva dalle fila del Partito Popolare Italiano.

Ma le speranza di Renzi potranno valere qualcosa soltanto se il Pd scegliesse di ritornare insieme al suo ex segretario, cosa difficile, almeno per la totalità del partito. Con Forza Italia, paradossalmente - ma non troppo - le cose sono più semplici di quanto si creda.

Faraone a Palermo

Sempre in occasione del suo intervento alla Leopolda, Renzi ha candidato Davide Faraone nella città di Palermo. Dalle parole di Miccichè, pare che la candidatura di Faraone sia stata una mossa per chiedere, in cambio dei voti per Berlusconi al Quirinale, l’appoggio dei forzisti siciliani per il candidato sindaco di Palermo in quota Italia Viva.

L’asse non si spezza davvero per Miccichè e Renzi, nella realtà è la bilancia che adesso pende, nuovamente, verso Matteo Renzi. Nel caso di elezione del Cavaliere come Capo dello Stato Renzi potrebbe veder realizzato il suo progetto centrista: super Mario rimarrebbe al governo e, se le cose dovessero davvero sistemarsi in termini economici e sociali, populisti e sovranisti scomparirebbero in un battito di ciglia spianando la strada per le elezioni a fine naturale della legislatura.

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