Elon Musk è uno dei personaggi più popolari del momento e 7° uomo più ricco del mondo. Secondo alcuni però la sua Tesla potrebbe essere una bolla speculativa pronta a scoppiare.
Elon Musk è sicuramente uno dei personaggi più in popolari di questo periodo. Grazie a SpaceX e Tesla, l’imprenditore di Pretoria sembra possedere quasi un tocco magico, che lo ha portato nell’Olimpo degli uomini più ricchi e influenti del mondo.
Negli ultimi tempi le sue due aziende gli hanno regalato diversi successi sia dal punto di vista economico che di notorietà. Infatti, proprio in questi giorni Musk ha superato il “collega” Warren Buffet nella classifica delle persone più ricche al mondo, guadagnando la settima posizione.
Inoltre, la sua SpaceX è la prima compagnia privata ad accedere alle missioni spaziali, riportando con lo shuttle Crew Dragon due astronauti statunitensi in orbita dopo 9 anni dall’ultimo lancio della NASA.
Insomma, sembrerebbe che tutto proceda oltre ogni più rosea previsione. Eppure c’è chi profetizza per Elon Musk che Tesla è una bolla pronta a scoppiare.
Tesla è una bolla pronta a scoppiare?
Ovviamente in molti penseranno che si tratta di una profezia priva di ogni fondamento e magari dettata dall’invidia. Secondo alcuni indicatori però questa previsione sembra posare su alcune certezze.
Secondo Bloomberg, infatti, le azioni Tesla stanno crescendo troppo rispetto alla situazione in cui si trova la compagnia automobilistica.
Innanzitutto, si può osservare come, a differenza di Google e Netflix, una compagnia che produce automobili sarebbe dovuta essere tra le più penalizzate nel periodo di lockdown.
Anche se si potrebbe obiettare che a maggior parte delle persone si sente più sicura ad utilizzare un mezzo privato piuttosto che pubblico, il calo della mobilità globale è stato troppo importante per non risentirne in alcun modo.
Secondo l’analista Louis Gave non esiste una bolla speculativa rilevante nel mercato azionario globale, ma potrebbe essercene una nelle obbligazioni big tech. Inoltre, sostiene Gave, dalla comparsa del coronavirus assistiamo alla comparsa di tre gruppi di obbligazioni, oltre alle citate big tech.
Queste “vittime del COVID”, le quali hanno perso all’inizio della pandemia, sono risalite in un secondo momento e, attualmente, sono di nuovo in discesa. I cosiddetti “bond proxy” (titoli azionari con un rendimento sicuro e prevedibile, più alto di quanto offerto sul mercato obbligazionario), come i beni di prima necessità alimentare, sono andati bene per un po’ ma ora si sono fermati. I titoli ciclici, tra cui i mercati emergenti, invece, hanno visto un incremento nelle ultime settimane.
Tesla, l’impatto del calo delle vendite di auto e la dipendenza dalla Cina
Se si osservano esclusivamente le vendite delle auto, l’azienda californiana non ha realizzato profitti per quattro trimestri consecutivi, il che non le permette di essere inclusa nell’indice S&P 500.
Tesla potrebbe quindi essere vittima di speculazioni che non sarebbe in grado di controllare. D’altronde, lo stesso Elon Musk lo scorso 1° maggio twittò dal suo account ufficiale:
“Secondo la mia opinione il prezzo delle azioni Tesla è troppo alto”.
Tra i motivi di questa crescita “eccessiva” possiamo notare come anche la Cina abbia la sua influenza. La Gigafactory di Shanghai ha coperto da sola, nel secondo trimestre del 2020, un terzo delle unità di macchine vendute in tutto il mondo da Tesla.
Un rapporto di dipendenza, questo, che potrebbe essere un ulteriore fattore di rischio nel futuro di Tesla e dello stesso Musk.
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