Un emendamento del decreto semplificazioni esclude gli idonei con più di 26 anni dallo scorrimento della graduatoria per agenti di polizia. Si tratta di una scelta legittima? I motivi del dibattito.
Un emendamento apposto al decreto semplificazioni 2019 sta facendo discutere da giorni coloro che sperano nello scorrimento della graduatoria per ottenere il posto fisso come agente di polizia.
L’emendamento in questione, infatti, modifica sensibilmente i criteri per il reperimento delle forze dell’ordine, escludendo dallo scorrimento della graduatoria tutti gli idonei che hanno compiuto il 26° anno di età, cambiando, quindi, i requisiti di partecipazione inizialmente stabiliti dalla Pubblica Amministrazione.
Fin da subito sono sorti molti dubbi circa la sua legittimità: da una parte c’è chi sostiene che la discrezionalità amministrativa sia insindacabile, dall’altra chi parla di una palese disparità di trattamento. Cerchiamo di approfondire.
Cosa prevede l’emendamento
Nell’attesa dell’approvazione finale del decreto semplificazioni 2019, abbiamo appreso che è stato apposto un emendamento da parte della Lega Nord che va a cambiare le regole per lo scorrimento della graduatoria per le assunzioni nella Polizia di Stato.
Scendiamo nei dettagli: il decreto prevedere l’assunzione di 1.851 agenti di polizia, da reperire con lo scorrimento della graduatoria del concorso pubblico a 893 agenti di Polizia, di maggio 2017. Fin qui sembrerebbe una buona notizia per tutti gli idonei, purtroppo non è così.
Infatti, l’emendamento in questione va a modificare i criteri di assunzione precedentemente stabiliti dalla Pubblica Amministrazione, escludendo dallo scorrimento tutti gli idonei che, nel frattempo, hanno compiuto il 26° anno di età.
Così il tanto atteso scorrimento riguarderebbe solo coloro che sono risultati idonei nella prova scritta e non hanno ancora compiuto 26 anni, come previsto dall’articolo 6 del DPR n. 335 del 1982, esplicitamente citato nell’emendamento.
La notizia, naturalmente, ha scatenato l’indignazione di molti a causa della supposta disparità di trattamento che andrebbe a premiare i più giovani a scapito dei candidati più preparati.
È una scelta legittima? I motivi del dibattito
La regola generale vuole che, laddove vi sia una graduatoria concorsuale ancora efficace, la Pubblica Amministrazione proceda alla copertura dei posti vacanti mediante lo scorrimento della graduatoria e non con l’indizione di un nuovo bando.
Tuttavia, ribadiamo, la Pubblica Amministrazione non ha alcun obbligo ad assumere gli idonei non vincitori al concorso pubblico e, a sua discrezionalità, può indire un nuovo bando pubblico - anche per la stessa funzione - cambiando i requisiti precedentemente richiesti. Ad esempio, questo accade quando l’Amministrazione ha necessità di assumere personale più competente e più giovane.
Nel caso in questione, invece, la situazione si fa più complessa perché, se l’emendamento fosse approvato, la Pubblica Amministrazione cambierebbe i requisiti senza bandire un nuovo concorso pubblico, ma applicando criteri selettivi diversi su candidati presenti nella stessa graduatoria.
Proprio per questa ragione, la discrezionalità della Pubblica Amministrazione non sembrerebbe più insindacabile in quanto va a determinare una ingiustificata disparità di trattamento.
Pertanto, gli idonei che hanno compiuto 26 anni si vedrebbero scavalcare da chi ha ottenuto un punteggio più basso, atteggiamento che di certo non premia i candidati più meritevoli.
Dunque, da quando la notizia si è diffusa, moltissimi giornali locali ed associazioni hanno sposato la causa degli idonei over 26, promettendo di fare ricorso nel caso in cui l’emendamento dovesse passare.
Per avere un riscontro sul tema dovremo aspettare la votazione conclusiva e sperare in un ravvedimento più conforme ai principi della meritocrazia e della non discriminazione.
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