Esame avvocato: bocciato definitivamente l’emendamento per mandare tutti all’orale

Isabella Policarpio

22/04/2020

Alla fine non ce l’ha fatta l’emendamento che prevede il passaggio automatico all’orale per coloro che hanno sostenuto l’esame di avvocato a dicembre. Quale sarà, adesso, il destino dei praticanti?

Esame avvocato: bocciato definitivamente l’emendamento per mandare tutti all’orale

Bocciato, riammesso e poi bocciato in via definitiva: così si è conclusa la vicenda dell’emendamento al Cura Italia che prevedeva il passaggio all’orale per i candidati che hanno sostenuto l’esame di abilitazione a dicembre 2019.

L’emendamento, sostenuto in prima linea dall’UNAEP (Unione nazionale avvocati enti pubblici), avrebbe avuto carattere eccezionale, dato che è ancora in dubbio la correzione degli elaborati scritti a causa delle misure restrittive anti-coronavirus.

La notizia della bocciatura ha spaccato il mondo dei giuristi (praticanti avvocato e non solo); per alcuni il passaggio all’orale era l’unica soluzione percorribile, per altri, invece, le modalità dell’esame avrebbero aumentato le possibilità di bocciatura.

Polemiche a parte, adesso l’emendamento non esiste più, ma il problema per i praticanti che aspettano la correzione delle prove rimane. La paura più grande è che l’esame di avvocato sia completamente da rifare.

A questa lecita paura si aggiunge il grande interrogativo per coloro che dovranno sostenere l’esame di avvocato a dicembre 2020, dato che l’affollamento nelle Corti d’Appello potrebbe essere un veicolo di trasmissione del virus.

Almeno per il momento, non ci sono altre soluzioni sul tavolo se non quella dell’associazione AIPAVV, la quale chiede a Bonafede una riforma radicale dell’esame di abilitazione alla professione forense, a prescindere dall’emergenza COVID-19.

Esame avvocato, un destino ancora incerto

L’emendamento presentato da Forza Italia per risolvere il problema della correzione dell’esame di avvocato - passare all’orale senza correggere le prove scritte - non ce l’ha fatta. Non comparirà nella legge di conversione del Cura Italia, che riceverà la fiducia della Camera quest’oggi.

A festeggiarne in prima linea l’inammissibilità, un nome molto noto nell’ambiente giuridico, quello di Marco Zincani (avvocato e fondatore di Formazione giuridica), che ha commentato la bocciatura con le parole «pericolo scampato», sulla sua pagina Linkedin.

Senza prendere posizioni rispetto alla convenienza o meno dell’emendamento, non possiamo tacere il fatto che le Autorità di competenza, in primis il Ministro della Giustizia Bonafede, non hanno mostrato l’impegno necessario a risolvere la situazione e chiarire il destino degli aspiranti avvocato, ancora irrisolto. Tanti gli interrogativi al riguardo: Come e quando procedere alla correzione? Esame orale di persona o in via telematica?

Senza dubbio le priorità del Governo in questo particolare momento sono dirottate su altri temi, ma ciò non toglie che sia necessario e urgente dare risposte concrete ai praticanti di oggi e di domani, così come è stato fatto per i laureati in Medicina e Chirurgia, per i quali è stato abolito l’esame di Stato.

Naturalmente, ogni professione e ogni esame ha le sue peculiarità, che vanno rispettate, ma la celerità con la quale il Governo ha agito per i medici dimostra che, dove c’è la volontà, è possibile prendere decisioni in tempi brevi, cosa che per gli avvocati - e per il mondo della Giustizia in genere - non sta accadendo.

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