Il coronavirus compromette anche lo svolgimento dell’esame di avvocato. L’Unione nazione avvocati propone di saltare lo scritto e passare all’orale in videoconferenza. Ecco le novità.
Esame di avvocato in forse. O meglio, bisogna trovare una soluzione in grado di coniugare le misure restrittive anti-COVID-19 e il corretto svolgimento delle prove d’esame.
L’Unaep (Unione nazionale avvocati enti pubblici) propone una soluzione possibile: saltare la correzione delle prove scritte - che si sono tenute a dicembre 2019 - e sostenere direttamente la prova orale in videoconferenza. Impossibile? Per la presidente e avvocato Antonella Trentini no, dato che il Governo ha già eliminato l’esame di abilitazione alla professione medica. Una misura eccezionale che potrebbe essere estesa anche ai praticanti avvocato.
Nulla di certo per il momento. Ma senza dubbio bisogna prendere una decisione nei prossimi mesi, dato che la proroga delle misure restrittive appena confermata fa allontanare la possibilità che la correzione degli scritti e gli orali a luglio possano svolgersi normalmente.
Per quanto riguarda il periodo di tirocinio, invece, nel decreto scuola del 9 aprile ci sono importanti novità: potranno partecipare all’esame di avvocato anche coloro che non hanno raggiunto il numero minimo di udienze richieste e per i neolaureati la pratica è accorciata a 16 mesi.
Esame di avvocato, si va direttamente alla prova orale?
L’emergenza sanitaria del momento ha causato lo slittamento di molti concorsi pubblici e rischia di compromettere anche il regolare svolgimento dell’esame di avvocato. Un brutto colpo per i giovani laureati in Giurisprudenza che hanno sostenuto le prove scritte lo scorso dicembre. Infatti sarà molto difficile - quasi impossibile - procedere alla regolare correzione di tutti gli elaborati entro giugno, e conseguentemente passare all’esame orale.
La soluzione prospettata dall’Unione avvocati enti pubblici è quella di eliminare in via eccezionale le formalità dell’esame di abilitazione alla professione forense. Queste le parole della presidente:
“Il governo nel convertire in legge il dl Cura Italia potrebbe riportare ad equità e dare speranza ai tanti giovani futuri professionisti, rimuovendo emergenzialmente, a valere solo sul 2020, l’esame di abilitazione sostenuto nel 2019, dopo aver ottenuto il giudizio di idoneità sul tirocinio svolto al fine di salvaguardare la forza lavoro.”
A rischio anche il periodo di tirocinio
Altro problema sul tavolo riguarda i tirocinanti. Infatti, anche se gli studi legali rientrano tra le attività aperte, le udienze sono sospese e il lavoro, quindi, è ridotto al minimo, cosa che ha costretto molti praticanti avvocato a sospendere il tirocinio. Dunque la proposta dell’Unaep prende in considerazione anche questo problema: l’idea è di consentire l’accesso all’esame di dicembre 2020 anche ai praticanti che non hanno ultimato i 18 mesi, ma che sono ritenuti idonei dal dominus. L’avv. Antonella Trenitini, presidente dell’Unaep, propone di estendere il decreto Cura Italia anche ai tirocinanti avvocato, così come è stato previsto per i giovani laureati in Medicina e Chirurgia:
“Per tutelare il diritto di tutti, occorrerebbe estendere a causa dell’emergenza anche agli altri giovani laureati con «laurea magistrale ed idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio», che in virtù del factum principis del blocco di tutte le attività di correzione collegiale di esami già svolti, o del loro espletamento, si vedono privati della possibilità di ingresso nel mondo del lavoro.”
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