Corruzione durante l’esame di avvocato a Napoli, edizione 2017: con 4 mila euro era possibile assicurare il superamento delle tre prove scritte. Cinque gli indagati, due sono dipendenti del Ministero della Giustizia.
Scoperto un caso di corruzione all’esame di avvocato di Napoli del 2017. Le indagini iniziate qualche settimana fa hanno portato i primi risultati: il pm ha rinvenuto il coinvolgimento di cinque persone, due delle quali impiegati del Ministero della Giustizia, uno ancora in attività.
L’inchiesta ha avuto inizio grazie alle dichiarazioni di due pentiti della Camorra, Schettino e Polino del clan Contini, i quali hanno fatto luce su un caso di corruzione - forse non il solo - avvenuto nel 2017: il padre di un candidato avrebbe consegnato 4 mila euro di tangenti per assicurare al figlio il superamento delle tre prove scritte e quindi facilitare il conseguimento del titolo di avvocato.
Le indagini continuano e non si esclude che possano esserci nuovi coinvolti e altri episodi di corruzione. Intanto il caso, a pochi giorni dal termine ultimo per partecipare all’esame di avvocato 2019, riaccende i riflettori sulla correzione degli elaborati, spesso poco chiara.
Corruzione esame avvocato a Napoli: 4 mila euro per superare gli scritti
Ogni anno la correzione delle tre prove scritte dell’esame di avvocato suscita dubbi e perplessità. Questa è la volta delle prove che si sono svolte presso la Corte d’Appello di Napoli nel 2017; in questo caso però non si tratta di dubbi ma di un vero e proprio caso di corruzione.
La Procura di Napoli ha scoperto che il padre di un candidato aveva versato 4 mila euro a titolo di tangente a due impiegati del Ministero per “aiutare” il figlio a superare la prima prova, quella scritta, consegnando al candidato in anticipo il materiale per lo svolgimento degli elaborati. Una delle persone coinvolte, infatti, faceva parte dell’ufficio esame di avvocato istituito per quella edizione.
Ma nonostante il denaro pagato, qualcosa è andato storto: infatti il ragazzo non ha superato le tre prove scritte, cosa che ha spinto il padre a chiedere indietro la somma versata. Restano ancora dei punti da chiarire, per questo le pm Ida Teresi e Alessandra Converso, incaricate del caso, continuano ad indagare e quella sopra esposta è solamente la prima ricostruzione dei fatti.
L’inchiesta sul giro di corruzione durante l’esame di abilitazione alla professione forense ha avuto inizio dopo le rivelazioni di due pentiti di mafia ora collaboratori di giustizia: Umberto Schettino e Marco Polino, ex esponenti del clan camorristico dei Contini, operativo nelle zone del Vasto e dell’Arenaccia.
Solo l’esame documentale e delle intercettazioni sapranno dire se in quella edizioni ci sono stati altri episodi di corruzione.
Esame avvocato, aumentano i bocciati
L’ombra della corruzione non è l’unico problema dell’Esame di avvocato. Da quando le regole sono cambiate e hanno introdotto la correzione per sorteggio in diverse Corti d’Appello, il numero dei promossi è diminuito drasticamente, basta guardare ai risultati dell’esame avvocato della scorsa edizione. Certo è che la decisione di affidare la correzione ad una Corte diversa da quella in cui si ha la residenza assicura maggiore imparzialità nella correzione degli elaborati.
Il numero dei bocciati potrebbe aumentare ulteriormente il prossimo anno, quando gli aspiranti avvocati dovranno affrontare le tre temute prove scritte senza l’ausilio dei codici commentati, salvo ulteriore deroga del Ministero della Giustizia. Dunque l’edizione 2019 che si svolgerà tra il 10 e il 12 dicembre è l’ultima chance per utilizzare i codici con le annotazioni della giurisprudenza.
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