Escherichia coli facendo il bagno al mare? Non solo: ecco tutti i sintomi, le cause, i rischi e la durata di un’eventuale infezione. Come curarsi e prevenire il contagio.
È allarme Escherichia coli al mare, con i divieti di balneazione sparsi in varie zona d’Italia (l’ultimo a Rimini e Riccione) torna la preoccupazione per l’insidioso batterio: quali sono i sintomi, come si prende e quanto dura l’infezione che si può prendere anche con un semplice tuffo in spiaggia?
Le cause dell’Escherichia coli, oltre al bagno al mare (nelle zone a rischio) possono essere varie, e i sintomi (fastidiosi e che vanno a colpire la flora intestinale) possono durare anche a lungo. Sapere come proteggersi e prevenire il contagio da Escherichia coli può essere fondamentale per non avere vacanze rovinate.
Vediamo insieme come capire cos’è l’Escherichia coli e cosa fare un caso di contagio.
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Escherichia coli al mare: sintomi, cause e rischi
L’Escherichia coli è un batterio, la cui maggior parte dei ceppi risulta innocua per l’essere umano. Purtroppo però esistono alcuni ceppi che mettono in pericolo la nostra salute con una serie di disturbi che varia a seconda dei casi.
I sintomi possono infatti essere vari: si va dai crampi addominali alla nausea e vomito, fino a problemi di natura intestinale che possono portare a una diarrea con presenza di sangue.
Ma come si prende l’Escherichia coli e quali sono i comportamenti e le zone da evitare per non incappare nell’infezione? Non è del tutto semplice determinarlo, salvo avvisi conclamati di determinate aree a rischio: si può essere infettati attraverso acque contaminate ma non solo.
Anche il cibo può essere un veicolo fondamentale per l’infezione da Escherichia coli: in primis frutta e verdura (che tendono a essere consumati crudi), carne cruda o non cotta a dovere, latte non pastorizzato. Altro metodo di contagio è contatto tra persone, per questo lavarsi le mani prima e dopo i pasti può risultare tra le forme più importanti di prevenzione.
Escherichia coli: quanto dura, cura e prevenzione
Per determinare e diagnosticare un’eventuale infezione da Escherichia coli è richiesto un esame in laboratorio di un campione di feci infetto.
La durata dell’infezione può variare a seconda della terapia prescritta dal medico curante e dalle relative complicazioni (dovute in alcuni casi da una diagnosi effettuata in ritardo).
Generalmente, le infezioni intestinali da Escherichia coli si risolvono in modo spontaneo dopo pochi giorni senza assumere alcun tipo di farmaco (se non quelli relativi a ricalibrare la flora intestinale). Assumere liquidi, per compensare la conseguente disidratazione, e riposo sono in genere gli elementi di cui tenere conto.
Non è scontata la prescrizione di un’eventuale terapia antibiotica in quanto a seconda dei casi i farmaci in questione sarebbero in grado addirittura di favorire il rilascio della tossina prodotta dall’Escherichia coli, peggiorando le condizioni della persona infetta.
Evitate nel modo più assoluto di assumere antibiotici non necessari di vostra spontanea volontà, poiché solo il vostro medico curante potrà determinare la terapia necessaria in base non solo alle analisi di urina e feci, ma anche allo studio della vostra storia clinica in modo da non aumentare la resistenza del batterio.
L’Escherichia Coli è sensibile al calore e alle alte temperature, per questo un’adeguata cottura dei cibi consumati permette di annullare qualunque tipo di rischio. Bere solo acqua potabile e farsi il bagno solo in acque adeguatamente depurate e controllate aiuta a prevenire ancora di più il rischio di un eventuale contagio.
Altre modalità di prevenzione da tenere a mente riguardano l’igiene personale: lavare sempre le mani dopo aver toccato carne cruda ed essere andati al bagno, dopo aver cambiato pannolini sporchi o aver toccato animali. Lavare accuratamente con acqua potabile frutta e verdura prima di consumarli, e tenere alla larga da un contatto accidentale i cibi crudi con quelli da consumare.
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