Con prezzi del gas sempre più in alto in Europa, il vecchio continente è alla ricerca urgente di forniture fuori dalla Russia. Si può vivere in UE senza il gas di Putin? Un piano in 10 punti.
L’Europa può sopravvivere senza il gas dalla Russia?
Il vecchio continente ha urgente bisogno di diversificare le forniture energetiche a tutto svantaggio della nazione di Putin considerando le conseguenze della guerra in corso.
Mentre l’UE ragiona su possibili - ma non immediate - vie di uscita dal legame con l’approvvigionamento russo, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha diffuso con documento per aiutare l’Europa.
Il testo offre 10 punti chiave dai quali partire affinché i Paesi europei costruiscano relazioni energetiche al di fuori della Russia. L’UE può vivere senza gas di Putin? La risposta nella seguente valutazione dell’AIE.
1. Basta contratti con la Russia
Nessun nuovo contratto di fornitura di gas con la Russia: questo il primo imperativo per l’Europa.
Considerando che sono previsti contratti di importazione con Gazprom che coprono più di 15 miliardi di metri cubi all’anno e sono in scadenza entro la fine del 2022, l’Europa può puntare alla diversificazione delle forniture e stipulare altri contratti per fonti diverse (focalizzandosi su importazioni con altre società e Paesi che fanno leva sulla sua grande infrastruttura di gasdotti e rafforzando il GNL).
2. Al via fonti alternative
Il secondo suggerimento è sostituire le forniture russe con gas da fonti alternative.
L’UE ha un forte potenziale a breve termine per aumentare le sue importazioni di GNL, considerando il suo ampio accesso alla capacità di rigassificazione inutilizzata. Tuttavia, in questo momento tale fonte è la più richiesta e si rischia di avere un mercato stretto e prezzi elevati.
Ad ogni modo, un aumento di 20 miliardi di metri cubi delle importazioni di GNL dell’UE l’anno prossimo è possibile.
Da evidenziare, nella diversificazione delle fonti, che il potenziale per aumentare la fornitura di biogas e biometano a breve termine è limitato a causa dei tempi di realizzazione di nuovi progetti. Ma questo promettente settore a basse emissioni di carbonio offre importanti target a medio termine per la produzione interna di gas dell’UE.
3. Stoccaggio e resilienza
Un obbligo per l’UE, in termini di sicurezza energetica, è introdurre obblighi minimi di stoccaggio del gas per migliorare la resilienza di mercato.
Il consiglio AIE è di fare in modo che l’iniezione di gas nel 2022 si aggiri intorno ai 18 miliardi di metri cubi in più alla quantità del 2021.
L’analisi, basata sull’esperienza degli ultimi anni, suggerisce che livelli di riempimento di almeno il 90% della capacità di stoccaggio funzionante entro il 1 ottobre sono necessari per “tamponare” il mercato europeo del gas durante la stagione di riscaldamento.
4. Accelerare su progetti eolici e solari
L’AIE è chiara: 35 TWh di generazione in più da nuovi progetti rinnovabili nel corso del prossimo anno, al di là della già prevista crescita da queste fonti, riducono il consumo di gas di 6 miliardi di metri cubi.
5. Massimizzare bioenergia e nucleare
La grande flotta di centrali elettriche a bioenergia nell’UE ha operato a circa il 50% della capacità nel 2021. Questi impianti potrebbero generare fino a 50 TWh di elettricità in più nel 2022 se venissero messi in atto incentivi adeguati e forniture sostenibili di bioenergia.
Il ritorno all’attività sicura dei reattori fermi per manutenzione, insieme all’inizio delle operazioni commerciali per il reattore completato in Finlandia, può portare un aumento di energia nucleare dell’UE fino a 20 TWh nel 2022.
6. Proteggere i consumatori dai prezzi elevati
Adottare misure a breve termine per proteggere i consumatori di elettricità dai prezzi elevati è un altro passo fondamentale per far crescere la sicurezza energetica e non ostacolare la crescita economica.
7. Velocizzare il passaggio a pompe di calore
Le pompe di calore offrono un modo molto efficiente ed economico per riscaldare le case, sostituendole
caldaie che utilizzano gas o altri combustibili fossili.
Accelerare la distribuzione che prevede il raddoppio degli attuali tassi di installazione delle pompe di calore nell’UE, farebbe risparmiare altri 2 miliardi di metri cubi di consumo di gas entro in un anno, richiedendo un investimento aggiuntivo complessivo di 15 miliardi di euro.
8. Accelerare l’efficienza energetica
Attualmente, solo l’1% circa del parco immobiliare dell’UE viene ristrutturato ogni anno. Aumentando di almeno lo 0,7% i lavori in edifici residenziali e non soprattutto nell’ambito dell’isolamento termico, consentirebbe di risparmiare più di 1 miliardo di metri cubi di gas nell’arco di un anno.
9. Regolare i termostati
La temperatura media per il riscaldamento degli edifici in tutta l’UE è attualmente superiore 22°C.
Regolare il termostato al ribasso produrrebbe un risparmio energetico immediato di circa 10 miliardi di metri cubi per ogni grado ridotto e abbasserebbe le bollette energetiche.
10. Diversificare e decarbonizzare
Elettricità e approvvigionamento del gas devono man mano diventare meno dipendenti attraverso una politica europea orientata alla massima flessibilità energetica.
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