L’Europa si scopre vulnerabile nella ripresa economica: l’inflazione e l’annuncio del lockdown in Austria sono una minaccia alla crescita. Per questo, Lagarde ha insistito sulla politica accomodante.
L’Europa ricade nell’ombra delle restrizioni più severe contro il Covid: in Austria sarà lockdown da lunedì e la Germania non esclude chiusure nel Paese.
Al centro della quarta ondata di contagi, il vecchio continente ora teme di perdere lo slancio economico avviato con la ripresa di attività e consumi. A diffondere un clima pessimistico ci sono anche i prezzi ancora in salita, con un’inflazione che ha toccato il 4,1%.
Mentre i costi energetici restano elevati e l’incertezza sull’andamento epidemiologico si fa strada, la BCE rassicura sulla necessità di politiche ancora accomodanti.
Le ultime parole di Lagarde sono state chiare: cosa ha detto la governatrice su inflazione, tassi, prospettive per l’Europa?
Europa: torna il lockdown. E la BCE parla di “inflazione sgradita”
L’ultimo intervento di Christine Lagarde nella mattinata del 19 novembre, si è incrociato con la notizia del ritorno del lockdown nel cuore dell’Europa. Da lunedì 22 novembre l’Austria si chiude per 10 giorni: le borse europee virano in rosso e i trader si radunano sui beni rifugio.
Nel frattempo, si riducono le aspettative di un inasprimento della politica monetaria nell’Eurozona dopo le parole di Lagarde.
Partecipando al Frankfurt European Banking Congress, la governatrice BCE ha ricordato quanto più volte affermato di recente: non ci sono le condizioni per intervenire con un inasprimento monetario.
Nello specifico, ha affermato:
“Siamo ancora in una fase in cui l’economia si sta riaprendo e gli effetti della pandemia non si sono ancora pienamente esauriti...Questa inflazione è sgradita e dolorosa e ci sono naturalmente preoccupazioni su quanto durerà....In particolare, riconosciamo che l’inflazione più elevata comprime i redditi reali delle persone, specialmente quelli alla base della distribuzione del reddito”
La narrativa della BCE è basata sulla transitorietà dell’aumento dei prezzi, guidati da fattori straordinari innescati dalla pandemia, come strozzature dell’offerta, rimbalzo della domanda, crisi del settore energia. La fiducia è, quindi, riposta nella convinzione che tali spinte diminuiranno nel tempo.
Gli shock inflazionistici sono pronunciati ma transitori secondo Lagarde e quindi un intervento di inasprimento di politica monetaria o di rialzo dei tassi ora sarebbe inefficace.
leggi anche
Torna il lockdown generale (anche per i vaccinati) in Europa: perché ci riguarda da vicino
Il principio è così ribadito: “una politica restrittiva prematura non farebbe altro che peggiorare questa compressione sui redditi delle famiglie. Allo stesso tempo, non affronterebbe le cause profonde dell’inflazione, perché i prezzi dell’energia sono fissati a livello globale e le strozzature dell’offerta non possono essere risolte dalla politica monetaria della BCE”
Di nuovo, quindi, è stato respinto l’aumento dei tassi nel 2022: è molto improbabile che il rialzo del costo di finanziamento avvenga l’anno prossimo. Si attende più che mai l’incontro BCE di dicembre, quanto, a detta di Lagarde, verranno date nuove indicazioni.
Intanto, l’Europa trema tra inflazione e lockdown.
© RIPRODUZIONE RISERVATA