La crisi in Grecia e la possibilità di default e Grexit influenzano la decisione della Federal Reserve di rialzare i tassi entro la fine dell’anno? Ecco gli effetti sul dollaro USA e la politica monetaria negli Stati Uniti.
Si moltiplicano le possibilità di un’uscita della Grecia dall’Eurozona, ma gli effetti negli Stati Uniti dovrebbero essere modesti e non abbastanza forti da intaccare l’aspettativa per un rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve a settembre, come riportano alcuni ex membri della Fed ed analisti osservando le ultime battute sulle trattative in Grecia.
I principali indici azionari statunitensi hanno chiuso in perdita di circa il 2% lunedì, dopo il forte calo in Europa e in Asia; i rendimenti obbligazionari sono in discesa in quanto gli investitori si stanno rifugiando sulle quote di debito statunitense.
Ma i timori e i disordini nei mercati non sono abbastanza drammatici da influenzare la politica monetaria della Federal Reserve, dicono gli analisti.
«La Fed non ha intenzione di alzare i tassi di interesse domani mattina»
ha detto Roberto Perli, un ex membro dello staff della Federal Reserve ora a capo della ricerca di politica monetaria mondiale per la società di consulenza Cornerstone Macro.
Michael Cloherty,della RBC Capital Markets, commenta dicendo che gli eventi in Grecia non cambiano in modo significativo le prospettive della Fed.
«Non siamo in una situazione in cui dobbiamo osservare con timore la situazioen in Grecia...Nonostante il caos, non ci sono ancora segni di contagio, e per questo non cambia il tono e l’orientamento della Fed»
ha detto.
Le trattative tra Atene e i suoi creditori hanno subito una rottura durante il fine settimana, dopo che il primo ministro Alexis Tsipras ha indetto un referendum a sorpresa sui tagli previsto dal piano di austerità proposto dai creditori della Grecia.
La crisi in Grecia è una saga che dura da talmente tanto tempo che il sistema finanziario ha avuto il tempo per proteggersi dal peggio.
Quando per la prima volta era nata la possibilità di un’uscita della Grecia dall’Eurozona nel 2010, si era prospettato un tracollo mondiale - con le banche in tutta Europa e nel mondo incastrate in partecipazioni da centinaia di miliardi di dollari in obbligazioni greche potenzialmente inutili.
Negli anni successivi, molto di quel debito è stato inglobato nei prestiti del Fondo monetario internazionale e di altri Paesi europei, con gran parte del debito già scontato attraverso una svalutazione negoziata con creditori privati.
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Secondo gli ultimi dati della Banca per i regolamenti internazionali (Bank for International Settlements), le banche degli Stati Uniti hanno una quota modesta di 12 miliardi dollari investiti direttamente in Grecia.
Crisi in Grecia: gli effetti sul dollaro USA
Anche i rapporti commerciali diretti tra Stati Uniti e Grecia sono minimi.
La Fed sarà attenta a guardare le variazioni sul valore del dollaro USA, un tema ricorrente da diversi mesi.
La rincorsa al dollaro nel corso dell’ultimo anno - che ha visto aumentare il suo valore - ha ferito le esportazioni statunitensi, e ogni nuova ondata potrebbe significare un altro colpo alle esportazioni e ai posti di lavoro negli Stati Uniti, vendendo il biglietto verde tornare a quote alte contro le valute più importanti.
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